Sciopero Nazionale dei precari «modelli viventi»: rassegna stampa e video
7 aprile 2009 - La Repubblica
Una performance senza veli ispirata alle Muse: posano nelle scuole d´arte ma nei bilanci figurano come "materiale didattico"
La protesta delle modelle nude e precarie "Quando non serviamo più ci buttano"
di LAURA MONTANARI
Firenze - C´è chi per protestare va in piazza e chi - come loro - si spoglia dentro una galleria d´arte, si traveste da Venere o da ballerina di Degas, gioca nuda con i veli o si siede su una sedia, occupa una vetrina con un cappio al collo e una vestaglia scollacciata su via dell´Oriolo. In esposizione. Così è più facile accendere i microfoni, spalancare i taccuini: cosa succede, perché siete qui? I modelli (ma soprattutto le modelle) viventi, reduci da anni di contratti precari, lavori a tempo determinato e co.co.co., militanti di accademie, licei e scuole artistiche, hanno messo in scena la loro rabbia e una richiesta: essere stabilizzate, reclutate, avere un futuro meno incerto. La giornata di sciopero a livello nazionale è stata indetta dalle Rdb-Cub. «Il mio corpo serve all´arte, però io figuro nei bilanci delle scuole, un "materiale didattico", è offensivo: il ministero dell´istruzione non può confondere la mia professionalità - spiega Antonella, che da 12 anni naviga in contratti instabili - con la spesa per i gessi o i quaderni nuovi». Galleria «Art in progress», la gente che passa sul marciapiede guarda in vetrina la modella col cappio al collo, si ferma un attimo e riparte con qualche interrogativo irrisolto scritto in faccia. Chi è? «Una modella vivente, chiede un posto fisso». Le altre, come lei: non sono top model, non devono fare attenzione alla dieta, alle forme perfette, non usano il corpo per sfilare, ma per posare con la bellezza naturale delle imperfezioni, davanti agli studenti: «Mezz´ora in posa, o tre quarti d´ora, pausa e poi si replica, a volte andiamo avanti così 7 o 8 ore. Avete in mente la fatica? L´usura?» si arrabbia Lorella. La paga oraria, dice un´altra, si aggira sui 20 euro netti. I corpi nudi vengono usati come modelli nella pittura e nella scultura figurativa, ore che la riforma taglia: «e poi dal ministero ci dicono che le modelle hanno contratti precari perché devono cambiare spesso». Non si direbbe, però, a giudicare al curriculum di quelle che ieri scioperavano. «Nonostante la legge stabilisca per la maggior parte di questi lavoratori l´assunzione a tempo indeterminato il Miur (ministero istruzione e università) negli ultimi due anni non ha avviato alcuna stabilizzazione» denuncia Ornella De Zordo (Per Unaltracittà) solidarizzando con la protesta. Questi lavoratori sono circa 200 in Italia, una trentina in Toscana.
7 aprile 2009 - La Nazione
Firenze. IN BILICO tra l'immortalità dell'arte e la precarietà...
Firenze - IN BILICO tra l'immortalità dell'arte e la precarietà della vita quotidiana. È il beffardo destino delle Muse di oggi, i cosiddetti modelli viventi'. Perlopiù donne, posano per gli allievi delle Accademie e dei licei artistici. Ieri hanno scioperato. Ieri a Firenze la protesta ha preso la forma di una performance con omaggi a Botticelli e Degas, ma anche all'arte del mondo antico, - andata in scena alla galleria Art in progress' in via dell'Oriuolo. Un'esibizione di protesta che, come hanno evidenziato le modelle, «non rappresenta però il nostro lavoro, che ci costringe a stare ore e ore ferme, immobili nella stessa posizione, talvolta pure in aule fredde e non perfettamente pulite». Sono una decina i modelli viventi che lavorano a Firenze. Di questi, sette sono impiegati all'Accademia dove, racconta Elena, «capita di stare in posa anche per sei-otto ore al giorno». Certo, le pose sono intervallate da brevi pause. Ma lo stress fisico è enorme. Per non parlare dei dolori e dei crampi. «All'inizio tornavo a casa e piangevo per il dolore», dice Elena. «Scioperiamo per ottenere l'assunzione spiegano le modelle viventi . Il Miur, a differenza di altre amministrazioni pubbliche, non ha utilizzato la possibilità offerta dalle leggi per stabilizzare i lavoratori». Attualmente in questa categoria si trovano tre tipi di inquadramento'. Se le più anziane hanno contratti annuali di collaboratrici scolastiche, peggio va alle giovani. Che si dividono tra co.co.co e prestazioni d'opera occasionali. «Lavoriamo sei-sette mesi l'anno fanno sapere le modelle -. La nostra paga, al netto, è di circa 20 euro l'ora. Ma non include ferie e malattie. E non è previsto alcun sussidio di disoccupazione». Non c'è dunque da stupirsi se riescono a metter su, in capo, all'anno, 8mila euro lordi. Oltretutto, la scure dei tagli ha comportato una drastica riduzione degli orari. «E' poi grave che ai modelli viventi venga negata la specifica professionalità accusa Carmela Bonvino dell'RdB-Cub -. In sede di bilancio sono equiparati al materiale didattico. Corpi da gettare quando diventano vecchi». «Ma noi non siamo veline. Né top model che sfilano si scaldano le modelle -. L'arte non ha età e confini. Il nostro è un lavoro duro, che richiede impegno e disciplina». A fianco dei lavoratori è scesa Ornella De Zordo di Unaltracittà': «Il Miur rispetti gli impegni presi e stabilizzi i modelli viventi, costretti a rimanere precari a vita».
7 aprile 2009 - Corriere Fiorentino
«Ci usano e ci buttano» Modelli nudi per protesta
di Ivana Zuliani
Firenze - In vetrina una modella con una corda al collo, seminuda, impersona la morte dell’arte. Dentro, rivivono la Venere di Botticelli, la Leda del Correggio, una ballerina di Degas. E’ la performance-protesta (nella foto) che i modelli viventi hanno messo in scena ieri alla galleria rt in progress di Firenze, per lo sciopero nazionale indetto dai sindacati RdB-Cub: una contestazione per chiedere al ministero della Pubblica Istruzione e dell’Università il riconoscimento della loro figura professionale e la stabilizzazione del contratto. I modelli viventi, per lo più donne, sono 200 in tutta Italia, una quindicina a Firenze. Lavorano nelle scuole di pittura e scultura, nelle accademie di belle arti e nei licei artistici, posando per gli studenti. I più anziani sono assunti a termine, anno per anno, con uno stipendio di circa 900 euro mensili. Gli altri hanno contratti Co.co.co. o di prestazione d’opera occasionale e vengono pagati 20 euro l’ora, con i fondi destinati, negli istituti, al materiale didattico. «E come materiale didattico ci trattano: quando non serve più si butta».Tutti sono precari, qualcuno anche da vent’anni.
7 aprile 2009 - City
<big><big>Modelli nudi per protesta</big></big>
<small style="FONT-WEIGHT: normal">Firenze - Nudi, o quasi, per far valere i propri diritti. È la protesta scelta ieri da un gruppo di modelli viventi fiorentini, ovvero persone che posano per gli studenti di pittura e scultura di scuole e accademie d'arte, che in occasione dello sciopero nazionale della categoria, indetto da Rdb-Cub, hanno dato vita a una performance ispirata alle Muse per sensibilizzare sulle loro condizioni di lavoro. Non ci trattano come lavoratori, ma come materiale didattico che quando non serve più si butta”, dicono. La performance si è svolta alla galleria "Art in progress", dietro piazza Duomo: i modelli erano 4 donne, che hanno creato forme nelle opere d'rte, anche senza veli, davanti a circa 50 persone tra studenti, docenti e curiosi. "Tutti i modelli viventi hanno contratti precari - spiegano -. Con i tagli dell'ultima finanziaria le cose sono peggiorate. Il nostro impegno non si basa sulla bellezza e sulla prestanza fisica, ma richiede preparazione: in tutta Europa lavorano persone da 18 anni fino a tarda età".</small>
LAVORO: MODELLI VIVENTI NUDI A FIRENZE CONTRO PRECARIETÀ
<small><small>(ANSA) - FIRENZE, 6 APR - Nudi, o quasi, per far valere i propri diritti. Questa la forma di protesta scelta da un gruppo di modelli viventi fiorentini, ovvero persone che posano per gli studenti di pittura e scultura di scuole e accademie d'arte, che in occasione dello sciopero nazionale odierno della categoria, indetto da Rdb-Cub, hanno dato vita a una performance ispirata alle Muse per sensibilizzare sulle loro condizioni di lavoro. «Non ci trattano come lavoratori, ma come materiale didattico che quando non serve più si butta». La performance si è svolta alla galleria «Art in progress», nel cuore di Firenze, dietro a piazza Duomo, con i modelli, quattro donne che hanno creato forme nelle opere d'arte, anche senza veli, ispirate a Venere, Leda, Galata morente e al suicidio della musa, che simboleggia la morte dell'arte. All' iniziativa hanno partecipato circa 50 persone tra studenti, docenti e curiosi. «Tutti i modelli viventi hanno contratti precari - spiegano - e molti di loro avrebbero avuto i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato ma il Ministero dell'università non ha mai avviato la stabilizzazione. Con i tagli dell'ultima finanziaria le cose sono peggiorate e ora saltano contratti e ore di lavoro. Il nostro impegno non si basa sulla bellezza e sulla prestanza fisica, ma richiede preparazione: in tutta Europa lavorano persone da 18 anni fino a tarda età».</small></small>
6 aprile 2009 - Corriere Fiorentino
<big style="FONT-WEIGHT: bold"><small><small>la performance</small></small>
</big>Nude, modelle e precarie. La protesta di chi si mette in posa<big style="FONT-WEIGHT: bold">
</big><small style="FONT-WEIGHT: bold">La performance si è svolta nel cuore di Firenze, con i modelli, che hanno creato forme nelle opere d'arte, anche senza veli</small>
<small><small>Firenze - Nudi, o quasi, per far valere i propri diritti. Questa la forma di protesta scelta da un gruppo di modelli viventi fiorentini, ovvero ragazzi e ragazze che posano per gli studenti di pittura e scultura di scuole e accademie d'arte, che in occasione dello sciopero nazionale odierno della categoria, indetto da Rdb-Cub, hanno dato vita a una performance ispirata alle Muse per sensibilizzare sulle loro condizioni di lavoro. «NON SIAMO MATERIALE DIDATTICO» - «Non ci trattano come lavoratori, ma come materiale didattico che quando non serve più si butta». La performance si è svolta alla galleria «Art in progress», nel cuore di Firenze, dietro a piazza Duomo, con i modelli, quattro donne che hanno creato forme nelle opere d'arte, anche senza veli, ispirate a Venere, Leda, Galata morente e al suicidio della musa, che simboleggia la morte dell'arte. All'iniziativa hanno partecipato circa 50 persone tra studenti, docenti e curiosi. «Tutti i modelli viventi hanno contratti precari - spiegano - e molti di loro avrebbero avuto i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato ma il Ministero dell'università non ha mai avviato la stabilizzazione. Con i tagli dell'ultima finanziaria le cose sono peggiorate e ora saltano contratti e ore di lavoro. Il nostro impegno non si basa sulla bellezza e sulla prestanza fisica, ma richiede preparazione: in tutta Europa lavorano persone da 18 anni fino a tarda età».</small></small>
5 aprile 2009 - Adnkronos
LAVORO: DOMANI 'MUSE' IN SCIOPERO PER CHIEDERE STABILIZZAZIONE
PROTESTA-PERFORMANCE DEI MODELLI VIVENTI PROCLAMATA DA RDB-CUB
Roma, 5 apr. - (Adnkronos/Labitalia) - Si fermano per un giorno i modelli viventi. 'Muse' che posano per gli studenti nelle scuole di pittura e scultura, nelle classi di figura disegnata e modellata per le Accademie delle Belle Arti e i licei artistici, prestando la loro opera occasionalmente o come collaboratori o lavoratori a tempo, comunque precari. E che ora rivendicano la stabilizzazione e il riconoscimento della loro professionalita'. A proclamare lo sciopero nazionale, per domani, lunedi' 6 aprile, il sindacato di base Rdb-Cub. Per il sindacato, infatti, ''tutti i modelli viventi sono precari e moltissimi di loro avrebbero diritto a essere assunti a tempo indeterminato in base alle leggi finanziarie''. ''Tuttavia -avverte la Rdb-Cub- il ministero della Pubblica Istruzione e dell'Universita', a differenza di altre amministrazioni pubbliche che hanno utilizzato le possibilita' offerte dalle leggi vigenti, in due anni non ha avviato alcuna stabilizzazione per sanare questa situazione di palese illegittimita' e sfruttamento. La condizione dei modelli rischia inoltre di aggravarsi in seguito ai tagli operati alle scuole e Accademie dall'ultima Finanziaria, tagli che stanno gia' comportando il mancato rinnovo dei contratti o la drastica riduzione degli orari e dei salari''. E quella di domani sara' una protesta-performance. Per illustrare le ragioni dello sciopero, i modelli viventi porteranno le rivendicazioni dei loro diritti dentro una galleria d'arte di Firenze. Terranno infatti una conferenza stampa, nel capoluogo toscano, presso la galleria 'Art in progress', alle 11,30, con un'anteprima della vera e propria protesta-performance prevista, sempre per domani, alle 17,30. Sullo sfondo della mostra di manifesti curati e creati da Massimo d'Andrea, saranno eseguite performance curate da Franco Bugatti, che tramite la spettacolarizzazione della posa intendono mettere in rilievo l'impegno dei modelli nella creazione di forme nelle opere d'arte. Quello dei modelli viventi e' un lavoro particolare, che ha a che fare con l'arte, con l'ispirazione che dovrebbe nutrire l'artista. Per questo, la protesta e' intitolata 'L'eta' d'oro delle muse', dunque di quelle tante donne, e anche uomini, che fanno parte del mondo dell'arte. Ma, denuncia la Rdb-Cub, ''vi vengono marginalizzate, sfruttate, usate e spesso ricattate, come si ricattano tutti i lavoratori precari e senza diritti''. Ai modelli viventi viene negata, si sostiene, la specifica professionalita': porre il corpo nell'immobilita' della posa richiede impegno e disciplina e implica l'educazione in arti collaterali (danza, ginnastica, teatro), ma anche una cultura capace di immaginario artistico. ''Tutte queste capacita' -sostiene la Rdb-Cub- si sviluppano e consolidano nel tempo, attraverso la stessa continuita' della prestazione lavorativa''. Mentre, sottolinea il sindacato, i modelli viventi oggi ''sono costretti ad accettare nelle Accademie e nei licei artistici contratti a termine o di prestazione d'opera occasionale, senza diritti e prospettive per il futuro''. E ''il Miur -ribadisce- continua a considerare questi, non lavoratori precari da stabilizzare con una specifica professionalita', ma 'materiale didattico' da poter dismettere all'occorrenza''. La protesta dei modelli italiani ha ottenuto la solidarieta' dei colleghi parigini, riuniti nel Comite' des modeles des Ateliers Beaux Arts, che hanno scioperato lo scorso 19 marzo per il riconoscimento della professione.
SPETTACOLO: A FIRENZE 'PERFORMANCE PROTESTÀ DEI 'MODELLI VIVENTI'
'L'ETÀ D'ORO DELLE MUSE', DOMANI ALLE 17.30
Firenze, 5 apr. - (Adnkronos) - «È una scelta inusuale portare una lotta sindacale in una galleria d'arte. Ma quello dei modelli viventi è un lavoro unico: ha a che fare con l'arte e con l'ispirazione che dovrebbe nutrire l'artista». Così Antonella Migliorini, del Coordinamento Modelli delle Accademie delle Belle Arti e Licei artistici, presenta la protesta-performance che si terrà, domani alle 17.30, a Firenze, presso Galleria «Art in progress», in occasione dello sciopero nazionale dei modelli viventi indetto dalla Rdb-Cub. «Con questa performance - spiega Migliorini - i modelli vogliono protestare per chiedere la stabilizzazione del loro contratto, facendo vedere al pubblico il senso del loro lavoro, un lavoro pesante, ancor più in una condizione di precarietà: il corpo nudo costretto all'immobilità per ore, il tempo necessario all'artista e allo studente per realizzare l'opera. Verrà mostrato - prosegue - il momento vivo che precede la creazione artistica, la fantasia, quell'essere muse, quel sogno, quello spirito che accumuna modelli e artista, quel voler essere ciò che non si è, quel voler schiudere ciò che ancora non c'è, e che deve creare una nuova forma». «Perciò - conclude Migliorini - si rivendica il ruolo stabile di questa figura professionale, tanto più nell'avanzante riforma che riduce drasticamente pittura e scultura ed elimina senso e importanza di quanto è fondamentale: lo studio del corpo umano». La protesta-performance intitolata «L'età d'oro delle muse» è composta da una mostra di manifesti, curati e creati da Massimo d'Andrea, e dalle performances delle modelle, curate da Franco Bugatti.
5 aprile 2009 - La Nazione
Performance di modelli viventi
Firenze - DOMANI alle 17,30 alla galleria «A R T in progress», via dell'Oriolo 19-21 r, performance di modleli viventi ispirata a capolavori dell'arte, ideata da Franco Bugatti e eseguita dai performers Anna Laura Rassu, Elena Pinori, Ivana Mecozzi, Massimo Del Turco, Elisabetta Parrini, Antonella Migliorini e da Domenica Vernassa. Ci sarà anche una Mostra di manifesti di Massimo D'Andrea ispirati alla Body art con le modelle Antonella Migliorini e Elena Pinori. Modelli viventi è anche una lotta sindacale che le Rdb/cub stanno portando avanti nei confronti del Ministero dell'Istruzione, chiedendo l'assunzione a tempo indeterminato dei «modelli viventi» oggi costretti ad accettare contratti a termine o di prestazione d'opera occasionale.
5 aprile 2009 - Il Manifesto
in Agenda
Domani a Firenze, in occasione dello sciopero nazionale dei "modelli vivent" delle Accademie di Belle arti e dei Licei artistici indetto dal sindacato di base Rdb Cub della scuola, alle 17.30 presso lo spazio "Art in progress" in via dell'Oriolo 19r c'è la peculiare e interessante mostra "L'età d'oro delle muse", con modelli viventi in performance artistica e di lotta, in una iniziativa ideata da Franco Bugatti ed eseguita da Anna Laura Rassu, Elena Pinori, Ivana Mecozzi, Massimo Del Turco, Elisabetta Parrini, Antonella Migliorini e da Domenica Vernassa, in visione anche la "Mostra di manifesti" di Massimo D'Andrea.
iopero nazionale dei precari c.d. «modelli viventi» delle Accademie delle Belle Arti e dei Licei artistici è stato proclamato per chiedere e ottenere dal Ministero della Pubblica Istruzione e dell’Università la stabilizzazione del personale a tempo determinato e a co.co.co. o prestazioni d’opera occasionali reiterati negli anni che lavora come «modello vivente»: lavoratori che posano per gli studenti nelle scuole di pittura e scultura, nelle classi di figura disegnata e modellata.
Tutti i «modelli viventi» sono precari e moltissimi di loro avrebbero diritto a essere assunti a tempo indeterminato in base alle leggi finanziarie, ma il MIUR in due anni non ha fatto alcuna stabilizzazione, a differenza di moltissime amministrazioni pubbliche che hanno utilizzato le possibilità offerte dalla legge vigente per sanare una situazione di palese illegittimità e sfruttamento.
E ne viene negata la professionalità, perché questa è una professione e non un’improvvisazione: porre il corpo nell’immobilità della posa richiede impegno e disciplina, e implica l’educazione in discipline collaterali (danza, ginnastica, teatro, etc.), nonché una cultura capace di immaginario artistico, per rendere la prestazione varia, flessibile, pregnante – e queste capacità si sviluppano e consolidano nel tempo, attraverso la stessa continuità della prestazione lavorativa.
La stabilizzazione è giusta e possibile. Il Ministero dell’Istruzione e Università deve solo decidere e farlo in fretta. La condizione di precarietà dei «modelli viventi», accompagnata dall’assenza di diritti propria dei contratti precari, come la connessa mancanza di riconoscimento della loro professionalità, non è giustificata e rischia di aggravarsi in seguito ai tagli operati alle Scuole e Accademie dall’ultima Legge finanziaria, che stanno già comportando il mancato rinnovo dei contratti e/o la drastica riduzione degli orari e dei salari.
È per l’assunzione a tempo indeterminato che chiamiamo tutti i modelli di tutte le Accademie e Licei artistici allo sciopero. Per rivendicare la stabilizzazione ma anche, nel contempo, per contestare i contenuti di una riforma che ridimensiona le materie di insegnamento connesse alle «Belle Arti» a favore di linguaggi multimediali e occulta la formazione artistica di molti docenti che non possono essere riutilizzati in cattedre di tipo “teorico”. Dunque rivendichiamo il diritto all’uso del modello nelle cattedre di disegno di nuova istituzione previste dalla riforma e il diritto degli ex docenti e ex assistenti di anatomia, degli ex assistenti di pittura e scultura – qualora lo richiedano – di continuare l’uso del modello, in quanto parte della loro specifica formazione culturale, e consapevoli che non è possibile una riforma migliorativa togliendo agli addetti gli strumenti del loro lavoro. Riteniamo che ciò possa essere attuato solo tramite la stabilizzazione del personale e la creazione della figura professionale del «modello vivente», e con la cessazione delle discussioni sull’uso dei fondi d’istituto, poiché i modelli sono persone e anche “persone giuridiche”, secondo la nostra Costituzione e non materiale didattico. Oltre a ciò, contro la tendenza al deperimento di quelle che sono le nostre radici culturali e artistiche, riteniamo che i modelli possano e debbano essere utilizzati in corsi di formazione specialistica per quanto riguarda la pittura e la scultura, per mantenere una sensibilità, una formazione artistica che è parte di tutta la tradizione culturale occidentale, e che non è legittimo lasciare completamente alle scuole private.
Per rendere visibile la protesta dei precari «modelli viventi», in occasione dello sciopero,
lunedì 6 aprile i modelli terranno una conferenza stampa, alle ore 11.30,
e una performanceore 17.30,
a Firenze c/o la Galleria «ART in progress», in Via dell’Oriolo 19-21 rosso,
(dietro l’abside del Duomo, Piazza del Duomo).
È una scelta inusuale portare una lotta sindacale in una galleria d’arte. Ma quello dei «modelli viventi» è un lavoro unico: ha a che fare con l’arte, con l’ispirazione che dovrebbe nutrire l’artista. Una protesta-, composta da una mostra di manifesti – curati e creati da Massimo d’Andrea – e le performances delle modelle, curate da Franco Bugatti, che intendono mettere in rilievo tramite la spettacolarizzazione della posa – che ci riconduce idealmente alla posa nell’Accademia – l’impegno dei modelli nella creazione di forme nelle opere d’arte. che hanno lo scopo di suscitare attenzione, persino sorprendere, di rompere il muro di silenzio e di invisibilità delle aule di pittura e di scultura, e rendere manifesto il senso e l’importanza di un lavoro e della rivendicazione di stabilità, che stiamo portando alla conoscenza di tutti.
No a una riforma che distrugge la tradizione artistica del nostro paese, sí alla nostra stabilizzazione.
Tutti i modelli, i giornalisti, i docenti e gli studenti sono invitati a partecipare.
7 aprile 2009 - La Repubblica
Una performance senza veli ispirata alle Muse: posano nelle scuole d´arte ma nei bilanci figurano come "materiale didattico"La protesta delle modelle nude e precarie "Quando non serviamo più ci buttano"di LAURA MONTANARI
Firenze - C´è chi per protestare va in piazza e chi - come loro - si spoglia dentro una galleria d´arte, si traveste da Venere o da ballerina di Degas, gioca nuda con i veli o si siede su una sedia, occupa una vetrina con un cappio al collo e una vestaglia scollacciata su via dell´Oriolo. In esposizione. Così è più facile accendere i microfoni, spalancare i taccuini: cosa succede, perché siete qui? I modelli (ma soprattutto le modelle) viventi, reduci da anni di contratti precari, lavori a tempo determinato e co.co.co., militanti di accademie, licei e scuole artistiche, hanno messo in scena la loro rabbia e una richiesta: essere stabilizzate, reclutate, avere un futuro meno incerto. La giornata di sciopero a livello nazionale è stata indetta dalle Rdb-Cub. «Il mio corpo serve all´arte, però io figuro nei bilanci delle scuole, un "materiale didattico", è offensivo: il ministero dell´istruzione non può confondere la mia professionalità - spiega Antonella, che da 12 anni naviga in contratti instabili - con la spesa per i gessi o i quaderni nuovi».
Galleria «Art in progress», la gente che passa sul marciapiede guarda in vetrina la modella col cappio al collo, si ferma un attimo e riparte con qualche interrogativo irrisolto scritto in faccia. Chi è? «Una modella vivente, chiede un posto fisso». Le altre, come lei: non sono top model, non devono fare attenzione alla dieta, alle forme perfette, non usano il corpo per sfilare, ma per posare con la bellezza naturale delle imperfezioni, davanti agli studenti: «Mezz´ora in posa, o tre quarti d´ora, pausa e poi si replica, a volte andiamo avanti così 7 o 8 ore. Avete in mente la fatica? L´usura?» si arrabbia Lorella. La paga oraria, dice un´altra, si aggira sui 20 euro netti. I corpi nudi vengono usati come modelli nella pittura e nella scultura figurativa, ore che la riforma taglia: «e poi dal ministero ci dicono che le modelle hanno contratti precari perché devono cambiare spesso». Non si direbbe, però, a giudicare al curriculum di quelle che ieri scioperavano. «Nonostante la legge stabilisca per la maggior parte di questi lavoratori l´assunzione a tempo indeterminato il Miur (ministero istruzione e università) negli ultimi due anni non ha avviato alcuna stabilizzazione» denuncia Ornella De Zordo (Per Unaltracittà) solidarizzando con la protesta. Questi lavoratori sono circa 200 in Italia, una trentina in Toscana.
7 aprile 2009 - La Nazione
Firenze. IN BILICO tra l'immortalità dell'arte e la precarietà...
Firenze - IN BILICO tra l'immortalità dell'arte e la precarietà della vita quotidiana. È il beffardo destino delle Muse di oggi, i cosiddetti modelli viventi'. Perlopiù donne, posano per gli allievi delle Accademie e dei licei artistici. Ieri hanno scioperato. Ieri a Firenze la protesta ha preso la forma di una performance con omaggi a Botticelli e Degas, ma anche all'arte del mondo antico, - andata in scena alla galleria Art in progress' in via dell'Oriuolo. Un'esibizione di protesta che, come hanno evidenziato le modelle, «non rappresenta però il nostro lavoro, che ci costringe a stare ore e ore ferme, immobili nella stessa posizione, talvolta pure in aule fredde e non perfettamente pulite». Sono una decina i modelli viventi che lavorano a Firenze. Di questi, sette sono impiegati all'Accademia dove, racconta Elena, «capita di stare in posa anche per sei-otto ore al giorno». Certo, le pose sono intervallate da brevi pause. Ma lo stress fisico è enorme. Per non parlare dei dolori e dei crampi. «All'inizio tornavo a casa e piangevo per il dolore», dice Elena. «Scioperiamo per ottenere l'assunzione spiegano le modelle viventi . Il Miur, a differenza di altre amministrazioni pubbliche, non ha utilizzato la possibilità offerta dalle leggi per stabilizzare i lavoratori». Attualmente in questa categoria si trovano tre tipi di inquadramento'. Se le più anziane hanno contratti annuali di collaboratrici scolastiche, peggio va alle giovani. Che si dividono tra co.co.co e prestazioni d'opera occasionali. «Lavoriamo sei-sette mesi l'anno fanno sapere le modelle -. La nostra paga, al netto, è di circa 20 euro l'ora. Ma non include ferie e malattie. E non è previsto alcun sussidio di disoccupazione». Non c'è dunque da stupirsi se riescono a metter su, in capo, all'anno, 8mila euro lordi. Oltretutto, la scure dei tagli ha comportato una drastica riduzione degli orari. «E' poi grave che ai modelli viventi venga negata la specifica professionalità accusa Carmela Bonvino dell'RdB-Cub -. In sede di bilancio sono equiparati al materiale didattico. Corpi da gettare quando diventano vecchi». «Ma noi non siamo veline. Né top model che sfilano si scaldano le modelle -. L'arte non ha età e confini. Il nostro è un lavoro duro, che richiede impegno e disciplina». A fianco dei lavoratori è scesa Ornella De Zordo di Unaltracittà': «Il Miur rispetti gli impegni presi e stabilizzi i modelli viventi, costretti a rimanere precari a vita».
7 aprile 2009 - Corriere Fiorentino
«Ci usano e ci buttano» Modelli nudi per protesta
Firenze - In vetrina una modella con una corda al collo, seminuda, impersona la morte dell’arte. Dentro, rivivono la Venere di Botticelli, la Leda del Correggio, una ballerina di Degas. E’ la performance-protesta che i modelli viventi hanno messo in scena ieri alla galleria rt in progress di Firenze, per lo sciopero nazionale indetto dai sindacati RdB-Cub: una contestazione per chiedere al ministero della Pubblica Istruzione e dell’Università il riconoscimento della loro figura professionale e la stabilizzazione del contratto. I modelli viventi, per lo più donne, sono 200 in tutta Italia, una quindicina a Firenze. Lavorano nelle scuole di pittura e scultura, nelle accademie di belle arti e nei licei artistici, posando per gli studenti. I più anziani sono assunti a termine, anno per anno, con uno stipendio di circa 900 euro mensili. Gli altri hanno contratti Co.co.co. o di prestazione d’opera occasionale e vengono pagati 20 euro l’ora, con i fondi destinati, negli istituti, al materiale didattico. «E come materiale didattico ci trattano: quando non serve più si butta».Tutti sono precari, qualcuno anche da vent’anni.
7 aprile 2009 - City
<big><big>Modelli nudi per protesta</big></big>
<small>Firenze - Nudi, o quasi, per far valere i propri diritti. È la protesta scelta ieri da un gruppo di modelli viventi fiorentini, ovvero persone che posano per gli studenti di pittura e scultura di scuole e accademie d'arte, che in occasione dello sciopero nazionale della categoria, indetto da Rdb-Cub, hanno dato vita a una performance ispirata alle Muse per sensibilizzare sulle loro condizioni di lavoro. Non ci trattano come lavoratori, ma come materiale didattico che quando non serve più si butta”, dicono. La performance si è svolta alla galleria "Art in progress", dietro piazza Duomo: i modelli erano 4 donne, che hanno creato forme nelle opere d'rte, anche senza veli, davanti a circa 50 persone tra studenti, docenti e curiosi. "Tutti i modelli viventi hanno contratti precari - spiegano -. Con i tagli dell'ultima finanziaria le cose sono peggiorate. Il nostro impegno non si basa sulla bellezza e sulla prestanza fisica, ma richiede preparazione: in tutta Europa lavorano persone da 18 anni fino a tarda età".</small>
LAVORO: MODELLI VIVENTI NUDI A FIRENZE CONTRO PRECARIETÀ
<small><small>(ANSA) - FIRENZE, 6 APR - Nudi, o quasi, per far valere i propri diritti. Questa la forma di protesta scelta da un gruppo di modelli viventi fiorentini, ovvero persone che posano per gli studenti di pittura e scultura di scuole e accademie d'arte, che in occasione dello sciopero nazionale odierno della categoria, indetto da Rdb-Cub, hanno dato vita a una performance ispirata alle Muse per sensibilizzare sulle loro condizioni di lavoro. «Non ci trattano come lavoratori, ma come materiale didattico che quando non serve più si butta». La performance si è svolta alla galleria «Art in progress», nel cuore di Firenze, dietro a piazza Duomo, con i modelli, quattro donne che hanno creato forme nelle opere d'arte, anche senza veli, ispirate a Venere, Leda, Galata morente e al suicidio della musa, che simboleggia la morte dell'arte. All' iniziativa hanno partecipato circa 50 persone tra studenti, docenti e curiosi. «Tutti i modelli viventi hanno contratti precari - spiegano - e molti di loro avrebbero avuto i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato ma il Ministero dell'università non ha mai avviato la stabilizzazione. Con i tagli dell'ultima finanziaria le cose sono peggiorate e ora saltano contratti e ore di lavoro. Il nostro impegno non si basa sulla bellezza e sulla prestanza fisica, ma richiede preparazione: in tutta Europa lavorano persone da 18 anni fino a tarda età».</small></small>
<small><small>6 aprile 2009 - Corriere Fiorentino
<big><small><small>la performance</small></small>
</big>Nude, modelle e precarie. La protesta di chi si mette in posa<big>
</big><small>La performance si è svolta nel cuore di Firenze, con i modelli, che hanno creato forme nelle opere d'arte, anche senza veli</small>
<small><small>Firenze - Nudi, o quasi, per far valere i propri diritti. Questa la forma di protesta scelta da un gruppo di modelli viventi fiorentini, ovvero ragazzi e ragazze che posano per gli studenti di pittura e scultura di scuole e accademie d’arte, che in occasione dello sciopero nazionale odierno della categoria, indetto da Rdb-Cub, hanno dato vita a una performance ispirata alle Muse per sensibilizzare sulle loro condizioni di lavoro. «NON SIAMO MATERIALE DIDATTICO» - «Non ci trattano come lavoratori, ma come materiale didattico che quando non serve più si butta». La performance si è svolta alla galleria «Art in progress», nel cuore di Firenze, dietro a piazza Duomo, con i modelli, quattro donne che hanno creato forme nelle opere d’arte, anche senza veli, ispirate a Venere, Leda, Galata morente e al suicidio della musa, che simboleggia la morte dell’arte. All’iniziativa hanno partecipato circa 50 persone tra studenti, docenti e curiosi. «Tutti i modelli viventi hanno contratti precari - spiegano - e molti di loro avrebbero avuto i requisiti per essere assunti a tempo indeterminato ma il Ministero dell’università non ha mai avviato la stabilizzazione. Con i tagli dell’ultima finanziaria le cose sono peggiorate e ora saltano contratti e ore di lavoro. Il nostro impegno non si basa sulla bellezza e sulla prestanza fisica, ma richiede preparazione: in tutta Europa lavorano persone da 18 anni fino a tarda età».</small></small>
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