Rassegna Stampa Il Giornale di Calabria

1 dicembre 2006

Lamezia Terme -

Lsu-Lpu/ Le Rdb-Cub criticano l’indizione di nuovi concorsi: “Non ha senso”

“Grave non stabilizzare”

 

CATANZARO. “Se sono vere le intenzioni di riordino degli Enti strumentali della Regione, ha senso bandire dei pubblici concorsi all’Arpacal per l’assunzione a tempo indeterminato di varie figure professionali? Occorre fare chiarezza sul fatto che l’indizione di questi concorsi va contro lo spirito della legge regionale n.20 del 2003, che si poneva l’obiettivo di giungere alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità entro il 2007 e, al tal fine, stabiliva una riserva del 30 per cento dei posti per i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità per le assunzioni negli Enti strumentali della Regione”. Ad affermarlo, in un comunicato, è l’Esecutivo regionale della Federazione Rdb-Cub. “In questi giorni, tra l’incertezza sulle sorti della Giunta regionale - è scritto nel comunicato - si sta affrontando la discussione sul futuro degli enti strumentali della Regione, esigenza sentita da più parti e sollecitata anche dalla Corte dei Conti che, nell’analisi sul funzionamento di questi enti, ne denuncia una assoluta mancanza di efficienza. Se ciò è vero, che senso ha allora affrontare la discussione sulla riforma degli enti strumentali in una seduta di Giunta in cui mancherà proprio l’assessore a cui è stato affidato l’incarico di occuparsi di tali riforme? Non vogliamo esprimere giudizi in merito al fatto se questi enti debbano esistere o meno, ma è necessario rilevarne le contraddizioni.

Non sarebbe opportuno fare nuove assunzioni, ma se lo si fa, si devono stabilizzare i lavoratori socialmente utili e quelli di pubblica utilità. Ed invece, puntualmente appaiono bandi di concorso come quello all’Arpacal o quello per “l’assunzione a tempo pieno ed indeterminato di due dirigenti e di un geometra al Consorzio per lo sviluppo industriale di Lamezia Terme.

Nessun concorso finora indetto, neanche quelli banditi dalla Regione, in un primo tempo sotto la Giunta Chiaravalloti, e indetti nuovamente poi, per presunti vizi di forma, dalla Giunta Loiero subito dopo il suo insediamento, ha mai tenuto conto di questa riserva”. “Questo è inammissibile - prosegue

il comunicato - La cosa paradossale è che la nostra Regione, da una parte tiene in piedi una commissione per l’emersione del lavoro nero, dall’altra poi mantiene, da più di 10 anni, migliaia di lavoratori in una situazione di precarietà, senza le minime garanzie previdenziali e assistenziali, attuando un vero e proprio lavoro in nero per conto dello Stato. Noi denunciamo da tempo tali contraddizioni perché riteniamo che sia davvero una vergogna che i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità vengano presi costantemente in giro da false promesse, fatte spesso in prossimità di scadenze elettorali e da leggi che vengono puntualmente disattese. Non c’è cosa più grave che il prendersi gioco delle persone più deboli, quali in questa circostanza sono gli Lsu e gli Lpu”. “È arrivato il momento – conclude il comunicato - di dare certezze a questi lavoratori che da dieci anni vivono

una vita fatta di precarietà e che, di conseguenza, non possono nemmeno pianificare il futuro familiare. Tutto ciò rappresenta anche una grave mancanza di rispetto nei confronti degli elettori che hanno dato fiducia a Loiero e alla sua squadra e che speravano che finalmente le cose potessero cambiare. Ricordiamo che la lotta alla mafia non è uno slogan vuoto, ma il ripristino della legalità passa anche e soprattutto attraverso il rispetto della legge. Se in Calabria la legge non viene rispettata nemmeno da chi la emette,

la situazione diventa davvero senza via di uscita”.