pubblichiamo la lettera di un lavoratore precario sul comma "ammazzaprecari"
Ho visitato in questi giorni il vostro sito che non conoscevo ma che un amico mi ha segnalato affermando di aver trovato ottime risposte ai suoi dubbi riguardo la problematica del lavoro precario.
Lavoro da più di 5 anni (contratto di somministrazione) presso un ente della pubblica amministrazione ricevendo quasi continuamente elogi e attestati di stima. Bene.
Dopo aver letto la finanziaria 2007 e 2008 noto che i lavoratori interinali non faranno parte del processo di somministrazione e che, anzi, dopo il primo contratto a tre mesi dovranno andare a casa. Credo che sia la norma più assurda, antidemocratica e ignobile che si potesse legiferare.
Ma si rendono conto i nostri rappresentanti al governo quante persone metteranno in mezzo a una strada?
Si rendono conto quante famiglie (come la mia) saranno ridotte sul lastrico?
Hanno pensato, solo per un momento alla nostra dignità di persone e di lavoratori che sgobbano tutto il giorno per portare serenità all’interno della loro casa?
Non credo che i geni che siedono in alla Camera o al Senato abbiano pensato a tutto questo perché, purtroppo, loro non pensano.
Dopo la stabilizzazione dei lavoratori a tempo determinato i lavoratori interinali come affronteranno la vita soprattutto quelli che hanno una certa età sui quali le aziende non vorranno più investire nonostante abbiano acquisito una professionalità di alto livello?
È una situazione gravissima che sta portando questi lavoratori all’esasperazione convinti anche che in Italia esistano lavoratori di serie A e serie B.
Questo è uno dei primi problemi che il nuovo governo dovrà affrontare con poche parole ma con un azione decisa e drastica che dia un taglio al precariato e dia fiducia a queste famiglie.
Affrontare il problema non vuol dire riunioni fiume, emendamenti, interrogazioni, consigli dei ministri, interviste televisive o propaganda elettorale: vuol dire decidere in fretta anche con decreti legge dove il Presidente del Consiglio abbia il coraggio, una volta tanto, di decidere per il bene del nostro futuro.
Vi ringrazio per l’attenzione e, scusandomi per il mio, forse, non correttissimo italiano, vi saluto e attendo un vostro parere.