PRECARI PUBBLICI IN SCIOPERO - MIGLIAIA NELLE PIAZZE DI TUTTA ITALIA
6 aprile 2008 - Il Manifesto
Decine di presidi, venerdì, per la mobilitazione nazionale degli «atipici» del pubblico impiegoPubblici e precari: in scioperodi Francesco Piccioni
Scomparsi presto dalla compagna elettorale, i precari sono tornati a farsi vivi nell'unico luogo in cui sono presi sul serio: le piazze. Quelli al lavoro da anni nella pubblica amministrazione - nel più incredibile dei luoghi, per contratti del genere - hanno dato vita ad uno sciopero di 8 ore nella giornata di venerdì. Come sempre accade quando i precari entrano in lotta, i numeri sono difficili da dare (basti dire che gli stessi enti della pubblica amministrazione non riescono a mettersi d'accordo neppure sul numero di lavoratori con contratti atipici). Meno contestabile, invece, la presenza in pazza per le iniziative convocate dalla RdB.
Il fenomeno ha assunto negli anni proporzioni colossali (le stime variano dai 300 ai 600mila «atipici»), grazie alla stupidissima norma che ha stabilito il blocco del turnover. Chi va in pensione non può essere sostituito. Naturalmente questo apriva «buchi» d'organico spaventosi, specie là - come nei servizi sociali di assistenza diretta, come asili d'infanzia e sanità, ma anche nella burocrazia propriamente detta - dove meno evidente era il «sovrannumero» di addetti rispetto al lavoro da fare.
Torino è stata la città che ha fatto registrare la presenza più massiccia, con delegazioni di un po' tutti i settori (compresi i ricercatori dell'università). A Roma si è invece tenuta un'assemblea presso l'ospedale L'Addolorata, cui hanno partecipato anche diversi consiglieri e assessori regionali (Battaglia, Nieri, Mariani, Tibaldi). In questa regione, del resto, si è fatto più strada nel percorso di «rientro» dalla precarizzazione nel pubblico, con l'apertura di tavoli di trattativa seri.
All'origine della mobilitazione non c'è solo il proseguire di una situazione difficile, ma soprattutto l'aggravamento introdotto dall'ultima legge finanziaria e dal «decreto milleproroghe». I quali costringono le amministrazioni a bloccare i rinnovi dei contratti precari dopo soli tre mesi. Una soluzione che «elimina la precarietà» licenziando dipendenti in servizio magari da anni, invece di assumerli.
Un esempio, raccontano i manifestanti, viene dal Comune di Firenze. Che ha aperto una gara d'appalto per la gestione delle Piscine comunali, dove lavorano da anni parecchi «co.co.co». Il privato che vincerà la gara potrà inserire al lavoro chi vuole,mettendo così fuori gli «storici». A Palermo, invece, i «lavoratori socialmente utili» hanno iniziato lo sciopero della fame. Una piccola - e del resto obbligata - deroga è arrivata fin qui soltanto per le maestre d'asilo (almeno fin quando non sarà terminato l'anno scolastico). Margine regolamentare esiste anche nella sanità, dove i direttori possono - per mantenere i livelli di assistenza» - derogare, entra certi limiti, dall'applicazione della circolare. E proprio nella sanità risulta che l'agitazione abbia prodotto i risultati tangibili più evidenti, con il blocco di alcune attività (senza peraltro mettere mai in discussione le «emergenze»).
La preoccupazione dei lavoratori è abbastanza chiara: nessuno si fida delle «promesse» sparate in campagna elettorale da entrambi i partiti principali. «Chi da anni vive in mancanza di certezze e di estrema ricattabilità vuole risposte concrete ed è pronto a mobilitarsi ancora». E ciò basta a spiegare perché le iniziative siano riuscite, forse più dello sciopero, in senso stretto.
6 aprile 2008 - Il Mattino
Protestano i vigili del fuoco precari
Salerno - Il gruppo dei precari del Comitato Vigili del Fuoco discontinui di Salerno ha partecipato allo giornata di mobilitazione sul precariato indetta dalla RdB/CUB, davanti all’edificio della Raiin Via Marconi a Roma. Un precariato, quello dei vigili del fuoco, che oltre a non dare garanzie di lavoro ne mette a rischio anche l’incolumità fisica. I vigili del fuoco precari di Salerno, chiedono la stabilizzazione. Nel 2007 a Salerno si è speso quasi un milione di euro per per pagare i volontari che guadagnano «a prestazione», mentre potevano essere utilizzati per sanare definitivamente e non occasionalmente un organico oramai ai minimi storici, aggravato, inoltre, dalla mancata sostituzione di tutti coloro che nel corso del 2007 hanno lasciato il servizio.
6 aprile 2008 - Il Mattino di Padova
SINDACATI Allarme precari
Padova - Il sindacato Adl Rdb lancia l’allarme per i precari di Comune e Provincia, che entro aprile devono predisporre la nuova pianta organica. «In Comune la nuova pianta sarà di 2.259 persone gli a tempo indeterminato non supereranno quota 1.850».
5 aprile 2008 - Corriere della Sera
Rdb in assemblea
I precari della sanità agli assessori «Stop lavori esterni, assunti subito»
Roma - «Assunti subito. Assunti davvero». Firmato: tutti i 7.000 precari della sanità del Lazio. Il che, tradotto, vuol dire: va bene la delibera per 800 assunzioni e va bene l'apertura dimostrata dalla politica regionale, ma ancora tanto bisogna fare per arrivare a regolarizzare tutti i lavoratori ed eliminare gli sprechi. Per i quali occorre prima di tutto reinternalizzare i servizi, facendo a meno delle cooperative che si riducono «alla mera somministrazione di mano d'opera».
Nel giorno dello sciopero dei precari della pubblica amministrazione, gli assessori regionali al Lavoro Alessandra Tibaldi, alla Sanità Augusto Battaglia e al Bilancio Luigi Nieri sono stati accolti da scritte e affermazioni come queste all'assemblea dei sindacati di base (RdB Cub). E la Regione era lì, pronta a tendere la mano. «Ci sono attività in cui le cooperative possono operare e altre in cui sarà preferibile la reinternalizzazione del servizio - ha spiegato Battaglia - Dove sarà necessario assumeremo, non lasceremo la delibera approvata dalla giunta chiusa in un cassetto. E, pur non tralasciando nessuno, partiremo dalle situazioni più critiche come Sant'Andrea, San Giovanni, Asl RmB, Tor Vergata e Umberto I».
5 aprile 2008 - Il Tirreno
EMERGENZA LAVORO
No al precariato selvaggio «Qui non c’è più dignità»
di Elisabetta Giorgi
GROSSETO - Precari massacrati da contratti "cococò", a progetto, a tempo determinato o partite Iva. Comunque si rigirino i rapporti di lavoro, accade sempre più spesso che gli stipendi siano «indegni di noi e delle nostre famiglie». Una volta scaduti i contratti, accadrà che il lavoratore sarà restituito al limbo di un mondo-squalo dai contorni professionali sempre più incerti e insicuri. «A sessant’anni saremo sempre precari», sbotta un ragazzo.
Così, ieri mattina, la Rdb Cub (rappresentanze sindacali di base) hanno manifestato a Grosseto con un presidio in piazza Rosselli, davanti alla prefettura, per poi salire nelle stanze stesse del prefetto. La manifestazione è nata a livello nazionale, ma anche in Maremma ha portato in piazza casi emblematici e dolorosi di questa giungla del precariato, declinata con gli inquadramenti contrattuali più disparati, a seconda del tipo di lavoro o dei settori. Sanità, enti locali, mondo della scuola, turismo.
Al presidio hanno sventolato bandiere e striscioni lavoratori precari della sanità e dell’istituto Zooprofilattico, che a Grosseto si occupa di fare controlli ufficiali sugli allevamenti e sui prodotti dell’alimentazione umana. «Abbiamo indetto una manifestazione generale del Cub sul lavoro precario - spiega Luciano Savarese, dipendente Inail, in rappresentanza delle Rdb/Cub - perché è diventata una situazione insostenibile. Vogliamo cercare di sensibilizzare su questo. La situazione di Grosseto è un po’ quella di molte province, non solo della Toscana ma di tutta Italia. Il blocco delle assunzioni nelle pubbliche amministrazioni ha determinato un crescere a dismisura del precariato in tutte le sue forme possibili. Ora l’obiettivo è di stabilizzare i rapporti di lavoro, e magari di ripartire con assunzioni a tempo indeterminato. Nella Finanziaria è presente questa situazione, ma il rischio è che cessino anche i rapporti di lavoro determinati senza che si possano stabilizzare tutti i lavoratori precari. In provincia di grosseto i precari sono diffusi soprattutto nel settore della sanità, degli enti locali, dell’università, della ricerca e della scuola. Caso emblematico, l’Istituto Zooprofilattico di Grosseto, dove una buona metà del personale è precario e coi rapporti di lavoro più disparati. Questa è una situazione che non può essere sostenuta, e che si ripercuote sull’impossibilità, per le nuove generazioni, di costruirsi un futuro degno di loro, dei loro studi e della loro esistenza».
Secondo Savarese, in provincia di Grosseto il precariato è in crescita e rappresenta il 10% del lavoro. «Ormai questi contratti sono diventati la nuova forma di assunzione. C’è un blocco del turn over nella pubblica amministrazione. Le amministrazioni non assumono, c’è il fenomeno della estrenalizzazione dei servizi. Molti servizi che prima erano fatti all’interno ora vengono dati in appalto all’esterno, e con condizioni di lavoro anche peggiori, rapporti di lavoro temporanei e stipendi molto più bassi, con la qualità del servizio ovviamente minata da questa situazione. Ciò è preoccupante, anche da un punto di vista della servizio che una Pubblica Amministrazione può offrire».
A preoccupare sono soprattutto i concorsi pubblici, come quello del 7 aprile, bandito dall’Asl per uno o pochi posti di infermiere. «La riduzione delle spese, dei fondi che vengono decentrati ai livelli regionali si ripercuote su scala locale. Se ci sono meno risorse, si fornisce un servizio peggiore, e si verifica il fenomeno per il quale a un concorso si presentano migliaia di persone. I concorsi sono diventati una lotteria che penalizza i giovani».
5 aprile 2008 - Il Bologna
Bologna - Piazza Roosevelt invasa... a tempo determinato ieri mattina, da oltre mille lavoratori precari della pubblica amministrazione. È stato questo l'effetto dello sciopero generale di settore proclamato dalla rappresentanza di base e dal CUB dopo che la circolare del ministro Nicolais ha salvato dagli effetti devastanti della Finanziaria sui lavoratori più deboli del settore «solo» i contratti in scadenza nel settore dei servizi educativi e scolastici. Al vice Prefetto di Bologna che ha ricevuto una delegazione sindacale, è stato chiesto di farsi portavoce nei confronti del Governo che verrà della richiesta di rinnovo immediato di tutti i contratti scaduti o che stanno per scadere e per avviare processi di stabilizzazione per tutte le forme di precariato. Questi contratti riguardano principalmente i Co.co.co per non laureati, alcuni dei quali sono stati mandati a casa dopo anni di attività; ma anche gli interinali i Cfl e i tempi determinati aspettano da tempo una risoluzione positiva dei loro rapporti di lavoro nel «pubblico». La manifestazione ha avuto carattere nazionale e un grande successo di partecipazione anche in altre città italiane, dove sono stati fatti presidi oltre che davanti alle Prefetture anche alle Regioni. Drammmatiche le storie di vita le biografie dei partecipanti al presidio. Persone che da un girono all'altro possono finire per strada e perdere ogni diritto. A sostegno dei diritti fondamentali di questa particolare categoria di lavoratori si è schierata con un comunicato stampa la Sinistra Arcobaleno che ha rivendicato la necessità di politiche di tutela di questi lavoratori e lavoratrici senza garanzie e ammortizzatori sociali. Il precariato e l'instabilità lavorativa riguarda ormai una gran parte dei nuovi assunti sia nel privato che nella pubblica amministrazione. Secondo recenti indagini su dieci nuovi assunti ben sette sono con contratti di lavoro a tempo e comunque precari .
5 aprile 2008 - Il Padova
Padova - Michele Zuin è uno dei cento co.co.pro. che lavorano per il Comune di Padova. Papà di un bimbo di pochi mesi, in tasca una laurea in scienze forestali e un master, da cinque anni si occupa dei progetti di educazione ambientale promossi da palazzo Moroni. Il suo lavoro è appeso a un filo, come quello di molti altri suoi colleghi. Per portare all'attenzione pubblica le ragioni dei precari che lavorano negli enti locali, ieri Adl Rdb ha indetto uno sciopero nazionale. A partire dal 2007 la finanziaria ha introdotto la possibilità di stabilizzazione per chi ha lavorato per almeno tre anni con un contratto "atipico" negli enti pubblici.«Una facoltà - spiega Daniela Luise di Adl Rdb - che l'amministrazione vorrebbe utilizzare soltanto per chi ha "all'attivo" almeno tre anni con lo stesso tipo di contratto, escludendo di fatt chi è passato da un co.co.pro. a un tempo determinato fino a un lavoro a partita Iva. Si tratta di dipendenti che lavorano da anni per il Comune, ma che non avendo collezionato tre anni con uno stesso tipo di rapporto di lavoro rischiano di essere tagliati fuori dalla stabilizzazione». Alla prospettiva di dover rinunciare al tanto agognato posto fisso, si aggiungono i timori per il futuro: «La finanziaria ha reso più difficile il rinnovo dei contratti a termine». Chiamato in causa dall'Adl, l'assessore Marco Carrai spiega che il Comune «si sta attivando per consentire la stabilizzazione del maggior numero possibile di precari». «Lo scorso anno - aggiunge - 80 rapporti di lavoro a termine sono stati trasformati in tempo indeterminato. Per quest'anno stiamo cercando di capire se sia possibile dare un'interpretazione estensiva della finanziaria facendo rientrare nell'elenco chi ha lavorato per più di tre anni, ma con tipologie di contratti diversi». Entro la fine del mese il Comune dovrà presentare la pianta organica aggiornata con le previsioni di assunzioni per il prossimo triennio. «I dipendenti a tempo determinato attualmente sono 1800 a fronte di una pianta organica che prevede 2264 persone », spiega la Luise. «I 100 co.co.pro, cui si aggiungono altrettanti lavoratori a tempo determinato, rimpiazzano il buco dovuto alle carenze d'organico. Spesso svolgono lavori di alta specializzazione». La situazione in Provincia non sembra migliore: «Siamo ancora in attesa di conoscere il numero dei precari impiegati», spiega la Rsu Giuditta Brattini.(RO.VO.)
5 aprile 2008 - Il Venezia
Lavoro. I lavoratori dell'amministrazione chiedono subito un tavolo e l'assunzione a tempo indeterminato
Venezia - «Vogliamo al più presto un incontro con i vertici dell'amministrazione comunale per chiarire la questione precari, stabilire la pianta organica e poi avviare la pratiche per l'assunzione a tempo indeterminato. In caso contrario siamo pronti ad occupare il municipio per protesta». Ad alzare la voce sono i circa 500 precari che lavorano nel comune di Venezia che chiedono la piena regolarizzazione occupazionale ora che c'è stato lo sblocco delle assunzioni. «Terminate le elezioni chiediamo un incontro subito, immediatamente, perchè oltre il 30 aprile sarebbe troppo tardi per poter utilizzare gli strumenti normativi introdotti dalla Finanziaria del 2007 che ha dato la possibilità di stabilizzare con un rapporto lavorativo a tempo indeterminato chi ha lavorato per almeno tre anni, da precario o meglio con un contratto atipico, nella pubblica amministrazione». «Il problema - sostiene Stefano Pieretti, coordinatore regionale Rdb Cub - è che l'amministrazione pare indirizzata a regolarizzare solo chi è sempre rimasto con la stessa tipologia di contratto, lasciando fuori chi nei tre anni di seguito ha invece lavorato con diversi contratti ma sempre da precario. Tutti lavoratori che rischiano di restare fuori da questo processo. Per questo chiediamo al più presto un incontro ». Un problema, questo della regolarizzazione che c'è anche a Palazzo Balbi. «Ci sono lavoratori assunti anche attraverso le cooperative o come consulenti che non rientrano nelle tipologie di contratto previste dalla Finanziaria - dice Paolo De Marchi - tutte persone di fatto sono precari e svolgono precise mansioni anche tecniche». Come il caso di A.T.,un tecnico che lavora al centro Maree «Abbiamo carichi di lavoro e responsabilità pesantissime, dobbiamo garantire la reperibilità e operatività immediata eppure siamo ancora precari». E come il suo ci sono centinaia di esempi simili, dicono i rappresentati Rdb.
5 aprile 2008 - Il Mattino
Castellammare: presidio di protesta di medici e infermieri davanti la sede dell’azienda sanitaria
di ANTONELLA LOSAPIO
Castellammare - Monta la protesta del comitato degli operatori sanità precari dell’Asl Napoli 5 che ieri mattina hanno tenuto un presidio pacifico, con striscioni e cartelloni, presso la sede dell’Asl 5 in corso Alcide De Gasperi a Castellammare, in occasione dello sciopero contro la precarietà indetto dalla Cub- Rdb (una sigla sindacale di base) a livello nazionale. Alla base dell’agitazione, la mancata stabilizzazione dei precari. La battaglia che riguarda medici, infermieri e ausiliari, si protrae da circa un anno e mezzo, ma senza risultati. «Un presidio di proposte»: è lo slogan coniato dai rappresentanti del comitato precari, proposte che hanno discusso ed affrontato con la direzione generale. Una delegazione di precari, infatti, è stata ricevuta dal manager dell’azienda ospedaliera Gennaro D'Auria. L’incontro è stato l’occasione per far presente ancora una volta una serie di richieste ed esporre proposte volte a contrastare il precariato. In primo luogo, i manifestanti hanno chiesto il reintegro in servizio e la proroga dei contratti per tutto il personale, in possesso dei requisiti richiesti per la stabilizzazione (36 mesi di servizio), come previsto dal comma 519 della legge finanziaria 2007; l’approvvigionamento del personale dalle ultime graduatorie utili in possesso dell’azienda da cui attingere precari aventi diritto da stabilizzare; il rispetto degli standard per garantire i livelli essenziali di assistenza e la reinternalizzazione dei servizi. Dopo l’incontro, restano le perplessità. «L’instabilità lavorativa si può riscattare solo rispettando le leggi vigenti in materia di contrasto alla precarietà e non ricorrendo alle cooperative e alle agenzie interinali per assumere personale - attacca Gennaro Massimino, uno dei rappresentanti del comitato - . In altre Asl della Regione Campania sono state fatte proroghe dei contratti, i precari sono stati immessi nel processo di stabilizzazione». I licenziamenti sono partiti da aprile 2006, gli ultimi a dicembre 2007. «D’Auria ha detto che sta cercando di venirci incontro, che sta riorganizzando l’organico a livello aziendale - prosegue Massimino - valutando come e dove inserire il personale. Inoltre, abbiamo proposto al manager un tavolo tecnico tra l’azienda, l’assessore regionale alla Sanità, il comitato e le sigle sindacali. In maniera provocatoria, infine, abbiamo allestito un mercatino all’aperto di divise di infermieri, fisioterapisti, medici, ostetriche, tecnici, per far capire che c’è personale da assumere». Intanto al centro direzionale a Napoli una delegazione del comitato dei precari dell’Asl Caserta 2 ha incontrato un funzionario dell'assessore Montemarano. «Abbiamo i requisiti per essere stabilizzati come previsto dalla finanziaria nazionale, quella regionale ci esclude. Continuiamo a protestare - dicono i rappresentanti dell’Asl Caserta 2 - ma le risposte che riceviamo sono sempre vaghe». La questione dei precari va di pari passo con le carenze di organico. Fino a novembre 2007, al Maresca di Torre del Greco più del 30% del personale era costituito dai precari. «Con il mancato rinnovo dei contratti dei semestrali, le unità si sono ridotte. Con i precari, riuscivamo a coprire i turni, a programmare le ferie - spiegano dal Maresca - si lavorava meglio. Ora siamo in evidente difficoltà, la situazione è critica». E a protestare non sono solo i precari, il personale del pronto soccorso torna in agitazione annunciando nuovamente l’auto consegna e lo sciopero della fame a partire dal 28 aprile, in segno di protesta contro la carenza di organico.
5 aprile 2008 - Il Centro
Stabilizzazioni, ma non per tutti. In 20 presidiano l’assessorato alla Sanità a Pescara
I precari della Asl occupano la Regione
di Mario Sbardella
AVEZZANO - Stabilizzazioni ma non per tutti alla Asl Avezzano-Sulmona, precari sul sentiero di guerra. Ostilità aperte ieri, a Pescara, all’assessorato regionale alla Sanità, "occupato" da una ventina di lavoratori dopo aver ricevuto la "doccia gelata" dai tecnici. «Eravamo venuti per conoscere i tempi per gli avvisi pubblici riservati ai precari», racconta Mario Frittelli, Rdb, «invece abbiamo avuto la sgradita sorpresa. Eppure il direttore generale ci aveva assicurato l’avvio dell’iter per stabilizzare tutti i precari, «non si capisce perché la Regione abbia combinato questo pasticcio. L’articolato del piano sanitario è confuso su alcune figure, quindi, molte qualifiche rischiano di restare fuori. Noi non siamo d’accordo con questa linea che lascia fuori dalla porta decine di precari da una vita. Siamo stanchi di essere presi in giro dai politici di turno, vogliamo risposte chiare e porte aperte a tutti». Nella Asl sarebbero un centinaio quelli che aspettano da anni il sospirato posto fisso. «Quel provvedimento è zoppo e discriminatorio», aggiunge, «va rivisto per dare finalmente risposte uguali, altrimenti l’occupazione andrà avanti a oltranza». Il punto, comunque, dovrebbe essere discusso nella cabina di regia sulla sanità la prossima settimana, mentre i precari si preparano a chiedere un nuovo incontro al direttore generale, per capire dov’è l’inghippo. Martedì, invece, si recheranno nuovamente all’assessorato per avere lumi da Bernardo Mazzocca. «Se non avremo le risposte attese», conclude, «siamo determinati, nostro malgrado, a bloccare tutti i servizi per difendere la nostra dignità e il diritto di avere finalmente l’accesso al mondo del lavoro dalla porta principale».
5 aprile 2008 - Prima da noi
Precari Centro Regionale Beni Culturali, in 10 attendono stabilizzazione
di Angela Di Giorgio
SULMONA - Nella giornata dello sciopero dei lavoratori precari del Pubblico Impiego, siamo andati presso il Centro Beni Culturali della Regione Abruzzo, che si trova a Sulmona, dove lavorano attualmente 10 collaboratori, tutti rigorosamente precari con contratto a progetto. La struttura, l’unica presente nella regione, si occupa di promozione dei beni culturali, lavorando prima alla catalogazione e, a partire dagli ultimi due anni, anche a ricerche a tema su diversi aspetti del patrimonio culturale abruzzese (pubblicate sul portale regionale).
A mandare avanti il centro ufficiale di riferimento della Regione per il settore beni culturali, sono, però, 10 precari, precisamente collaboratori a progetto. Per loro la strada per arrivare qui è stata lunga, come ci ha spiegato il direttore del Centro, Mario D’Eramo.
«Questo ufficio ha iniziato la sua attività grazie all’assunzione di lavoratori a tempo determinato, precisamente 23, in quella che era una fase di start up. Assunzione avvenuta nel 2002 attraverso selezione pubblica per titoli ed esami. Nel 2004», ha spiegato, «è stato indetto un nuovo concorso, che prevedeva la riduzione del numero degli assunti, da 23 a 13, con un contratto questa volta a progetto».
Una rincorsa alla stabilizzazione, dunque, per un personale che vive da otto anni sotto il segno della precarietà e che svolge un’attività, «senza la quale- come ha ribadito il direttore-questo centro verrebbe chiuso».
I precari del Centro Regionale Beni Culturali di Sulmona hanno deciso, però, di stare oggi quasi al completo al loro posto: «Siamo molto sensibili al tema della precarietà, ma anche perché non c’era una manifestazione organizzata, abbiamo deciso di mandare due collaboratori a L’Aquila come nostri rappresentanti, per tenerci informati su eventuali sviluppi», ha spiegato Giovanna Ruscitti, responsabile scientifico della struttura, aggiungendo che, proprio per la loro specifica posizione contrattuale, le ore di assenza andrebbero comunque recuperate.
Da parte sua, anche una precisazione sulle polemiche che spesso investono proprio i precari: «Siamo tutti laureati in archeologia o storia dell’arte e abbiamo superato selezioni pubbliche per stare qui. Bisognerebbe stare attenti sulla stampa regionale o testate on line a dare giudizi su di noi, che ci danneggiano e non aiutano neppure la Regione a fare il suo lavoro per la stabilizzazione».
Ultime, ma forse più importanti, le valutazioni dei collaboratori del centro.
«Questa struttura regionale, l’unica in Abruzzo, dovrebbe essere motivo di orgoglio per la nostra città- dicono. Invece, siamo tenuti in scarsa considerazione e, forse, paghiamo anche il fatto di essere all’interno di una realtà come Sulmona rimasta ai margini della vita politica regionale e locale».
LO SCIOPERO DI IERI
In tutta Italia ed anche in Abruzzo si sono svolte decine di iniziative contro la grave situazione determinata delle norme "ammazzaprecari" previste dalla Finanziaria 2008, da cui deriva il licenziamento per mancato rinnovo di migliaia di precari storici del Pubblico Impiego che da anni, a copertura delle forti carenze di organico, portano avanti servizi pubblici essenziali.
Le partecipatissime manifestazioni di Torino, Genova, Milano,Varese, Bologna, Parma, Grosseto, Pescara, Napoli, Potenza, Messina e Palermo, che si sono tenute davanti alle sedi di Regioni e Prefetture, hanno posto con forza la richiesta di disapplicazione nei confronti di tutti i lavoratori precari attualmente in servizio delle previsioni della Finanziaria relative alla riduzione degli incarichi flessibili e ai Co.co.co., e l’attivazione immediata dei tavoli di confronto, sia con le Amministrazioni locali che con il Ministero della Funzione Pubblica, per affrontare con soluzioni concrete le tematiche relative alla proroga e alla reale stabilizzazione di tutti i precari e gli esternalizzati.
«La grande e diffusa partecipazione alle manifestazioni di oggi lancia chiaro monito a chi si candida a governare il paese», dichiara Carmela Bonvino della Federazione Nazionale RdB-CUB. «Il problema della precarietà», sostiene, «non potrà essere liquidato con le boutade sui buoni matrimoni o sulle mance ad integrazione del reddito di questa campagna elettorale. Chi da anni vive in una situazione di mancanza di certezze e di estrema ricattabilità vuole risposte concrete, ed è pronto a mobilitarsi ancora per porre il nuovo Governo di fronte a precise responsabilità e ad una piattaforma unitaria e chiara: sanatoria generalizzata e fine del precariato con l’abolizione delle leggi Trenta e Treu».
5 aprile 2008 - Liberazione
Tibaldi, Nieri, Battaglia: parliamoneRdB i precari della sanità in assemblea chiedono percorsi di stabilizzazione
di Giulia Pandolfi
Roma - Era piena la sala presso l’Antico Atrio dell’Ospedale S. Giovanni di Roma che ieri ha ospitato l’assemblea indetta dalle Rdb Cub in occasione della giornata di sciopero nazione dei precari della pubblica amministrazione. «Qui nel Lazio - ha esordito Teresa Pascucci, del Coordinamento regionale Sanità Rdb-Cub - abbiamo scelto di concentrare l’attenzione sul precariato nella sanità. Con la delibera approvata lo scorso 21 marzo - ha proseguito - forse siamo arrivati a un punto di svolta, ma chiediamo alla Regione di garantire da subito un percorso organico di stabilizzazione in grado di assicurare, seppur gradualmente, un prospettiva certa, definita, trasparente a tutti i settemila precari ed esternalizzati della sanità laziale». Subito un tavolo con le Rdb e le aziende sanitarie per affrontare concretamente le procedure di stabilizzazione. Questa la richiesta del sindacato di base. Pronta è stata la disponibilità offerta dagli assessori regionali invitati al dibattito. Alessandra Tibaldi (Lavoro) ha confermato la necessità di «costruire un tavolo in cui si vagli attentamente la situazione di ogni singola azienda» ed ha ribadito l’importanza dell’approvazione in Giunta della delibera che avvia la stabilizzazione dei primi ottocento precari ed esternalizzati della sanità. «L’abbiamo immaginata come un punto di partenza in grado di aprire un cuneo all’interno di un meccanismo difficile e complesso. Ora aspettiamo di conoscere il parere del governo». Concetto ribadito da Luigi Nieri (Bilancio) che ha aggiunto: «sono convinto che la sanità pubblica non possa basarsi sul lavoro di personale precario. La delibera approvata è importante proprio perché mostra un chiaro segnale di discontinuità». Per Augusto Battaglia (Sanità) si tratta di «delibera che ha una prospettiva ampia. Occorre adesso definire un percorso generale di stabilizzazione, sapendo di dover dare priorità alle situazioni nelle quali è maggiore il fenomeno del precariato».
Adesione più alta del previsto. In piazza anche i precari del pubblico impiego
Coop, grande sciopero
di Beatrice Macchia
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Oltre agli operatori sociali ieri hanno scioperato anche i precari della pubblica amministrazione, chiamati in piazza dalle RdB-Cub.
In tutta Italia si sono svolte decine di iniziative contro la grave situazione determinata delle norme "ammazzaprecari" previste dalla Finanziaria 2008, da cui deriva il licenziamento per mancato rinnovo di migliaia di precari storici del pubblico impiego che da anni, a copertura delle forti carenze di organico, portano avanti servizi pubblici essenziali.
5 aprile 2008 - La Nazione
Grosseto. LO SCIOPERO nazionale contro «la precarietà di Stato»...
di DEBORAH SANTINI
Grosseto - LO SCIOPERO nazionale contro «la precarietà di Stato» ha toccato anche Grosseto. A scendere in piazza, proprio davanti alla Prefettura, «armati» di bandiere e con un bel bagaglio di problemi da risolvere, ieri mattina, sono stati i lavoratori precari della pubblica amministrazione e delle cooperative che gravitano intorno al servizio pubblico, tutti quanti guidati dalla Federazione territoriale di Grosseto delle Rappresentanze sondacali di base- Confederazione unitaria di base-Cub. Tra gli scioperanti anche una rappresentativa della sezione grossetana dell’Istituto zooprofilattico sperimentale. «La dotazione organica — spiegano i precari Izslt di Grosseto — di questo istituto è disastrosa, è ridotta a meno dell’osso e gran parte di questa è precaria e senza certezza di rinnovo del contratto. Su undici tecnici solo quattro sono a tempo indeterminato, di cui uno part-time. I restanti sette sono precari da lunga data». «Durante l’incontro che abbiamo avuto con il prefetto — spiega Stefano Corsini della Federazione territoriale Rdb-Cub — abbiamo affrontato questo problema e molto altro, come, per esempio, le difficoltà dei rinnovi dei contratti a tempo determinato e la necessità di maggiore tutela per il personale delle cooperative, attraverso le quali le amministrazioni pubbliche esernalizzano i servizi. Questi lavoratori devono avere gli stessi diritti dei dipendenti pubblici». «La riduzione dei costi della pubblica amministrazione — si legge nel volantino del sindacato — non può essere scaricata solo e sempre sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori». Questo concetto esprime, in sintesi, le problematiche che allarmano il mondo del precariato, in Italia come in Maremma. «Questa manifestazione — conclude Corsini — è solo un primo passo, un segnale che vogliamo lanciare al prossimo Governo. E sicuramente questa nostra azione di protesta proseguirà».
5 aprile 2008 - La Nuova Venezia
«Vogliamo un piano triennale di assunzioni»
Ieri lo sciopero dei mille lavoratori precari di Comune e Regione
Venezia - Anche il coordinamento dei precari del Comune di Venezia ha partecipato ieri allo sciopero nazionale, organizzato da Rdb Cub. Decine di giovani che lavorano a Ca’ Farsetti e in Regione Veneto, con contratti a termine o di collaborazione (i famosi Co.co.co) si sono dati appuntamento al centro civico del parco Albanese a Bissuola per protestare contro le amministrazioni pubbliche non stabilizzano i loro rapporti di lavoro.
Ragazzi e ragazze senza una certezza occupazionale ma che lavorano negli assessorati e nelle Municipalità del Comune di Venezia, negli uffici del Bosco di Mestre e del Centro Maree. Folta è la pattuglia dei precari impiegati nelle Politiche Sociali o nel settore Ambiente. Lavorare da precari anche nel pubblico significa non godere di buoni pasto, ferie e malattie pagati. «Sono circa 500 i precari che lavorano per il Comune di Venezia e altrettanti quelli che lavorano in Regione. Sono giovani con una età media tra i 30 e i 40 anni. Alcuni di loro sono alle dipendenze degli enti locali da precari da 10 anni», denuncia Stefano Pieretti, coordinatore regionale Enti locali di Rdb che ha incontrato la stampa durante l’assemblea-sciopero a Mestre. «Chiediamo al Comune di Venezia ed alla Regione di preparare entro il 30 aprile, come prevede la Finanziaria, il piano triennali di assunzioni per stabilizzare il personale precario», spiegano i lavoratori precari del Comune che hanno inviato una lettera alle amministrazioni chiedendo un tavolo di confronto immediato per il piano di assunzioni triennali del personale. A rientrare in questa opportunità, spiega la legge Finanziaria, sono i lavoratori precari o con contratto a termine in servizio alla data del 1º gennaio 2008 e con tre anni di attività. Rdb e il coordinamento chiedono una trattativa entro il 15 aprile, subito dopo il voto elettorale. In caso contrario, minacciano nuove proteste. (m.ch.)
5 aprile 2008 - Il Gazzettino
Ieri assemblea al centro civico di via Bissuola per fare il punto sulle misure previste dalla Finanziaria in merito alla regolarizzazione contrattuale dei collaboratori
In Comune i precari vogliono essere "stabilizzati"
Almeno il 15% degli addetti nei vari servizi dell’ente locale risulta assunto a tempo determinato:il record nelle Politiche sociali
di Alvise Sperandio
Venezia - I precari del Comune alzano la voce, chiedendo l'assunzione a tempo indeterminato, ma il vicesindaco Michele Vianello risponde loro facendo spallucce. Nell'occasione della giornata nazionale di mobilitazione per ottenere la stabilizzazione del personale impiegato negli enti locali, anche in città molti lavoratori hanno chiesto alla pubblica amministrazione di definire una volta per tutte il loro inquadramento professionale. Almeno il 15 per cento degli addetti in vari servizi comunali risulta precario per tale intendendosi i contratti a tempo determinato, i collaboratori coordinati e continuativi e quanti si avvalgono della partita Iva. Ieri si è tenuta una assemblea al centro civico di Bissuola dove una cinquantina di lavoratori hanno fatto il punto della situazione. «La Finanziaria 2007 parla chiaro indicando la via della stabilizzazione dei cococo dopo che quella dell'anno precedente l'aveva già prescritta per i tempi determinati: il requisito è essere in servizio al primo di gennaio di quest'anno e avere un'esperienza lavorativa pregressa di almeno tre anni» ha spiegato Stefano Pieretti della Rdb Cub. Entro la fine del mese ogni pubblica amministrazione deve redigere il piano triennale delle assunzioni definitive previste e su questo si concentra l'attenzione dei sindacati. «Invece tutto è ancora fermo perché siamo ancora allo stadio dei conteggi preliminari. Chiediamo urgentemente un incontro con l'assessore competente, subito dopo il voto, ma se percepissimo che nulla si sbloccherà siamo pronti a scioperare e porre in essere proteste eclatanti come l'occupazione del Consiglio comunale oppure della Giunta». Lapidaria la replica che proviene da Vianello: «Vogliono scioperare? Facciano pure». I sindacati dicono che la precarietà coinvolge almeno 500 lavoratori sui 3mila totali, gente laureata e titolare di competenze e professionalità specifiche che anche da dieci anni non ha in mano un contratto a tempo indeterminato. Il settore che più è coinvolto nella questione è quello delle Politiche sociali dove 13 addetti su 25 da molto tempo aspettano la sistemazione definitiva: mediatori culturali, operatori di strada, persone che tutti i giorni sono impegnate nell'ambito del welfare in tutte le sue sfaccettature. «Risorse insostituibili, perché chi opera da anni a contatto con la gente rappresenta una figura professionale preziosa in campi così delicati che difficilmente può essere sostituita» ha detto Pino Di Pino. Il precariato, secondo i sindacati, si trova un po' dappertutto senza distinzioni dall'usciere del palazzo finanche al dirigente di settore. Gli stipendi sono quelli di un impiegato amministrativo di livello C con una busta paga di mille euro al mese, senza la tredicesima, premi, ferie, malattie e quant'altro. Le prospettive non sarebbero incoraggianti. «In Regione siamo arrivati al paradosso che chi aveva diritto alla stabilizzazione in realtà si è ritrovato a casa senza lavoro» ha riferito Paolo De Marchi della Rsu Veneto. «Chiediamo che la normativa non sia interpretata in maniera restrittiva così da escludere lavoratori che nel tempo si sono visti cambiare l'inquadramento professionale. E chiediamo inoltre il recupero di certe figure che non vengono contemplate nella pianta organica ma che sono operative» ha aggiunto Stefano Pieretti. Insomma, dai precari arrivano segnali di malessere e di mobilitazione contro la classe politica per portare a casa il tanto agognato contratto. Ma a sentire il vicesindaco che, interpellato dal cronista, non è andato oltre la risposta velatamente provocatoria, sembra che nessuna richiesta verrà accolta a scatola chiusa.
4 aprile 2008 - Agi
P.A.: MIGLIAIA DI PRECARI IN SCIOPERO NELLE PIAZZE ITALIANE
(AGI) - Roma, 4 apr. - Il futuro governo dovra' fornire soluzioni concrete per tutti i lavoratori precari: e' il monito alle forze politiche che e' stato lanciato nel corso dello sciopero nazionale dei precari della Pubblica Amministrazione indetto per l'intera giornata di oggi dalle RdB-CUB. In tutta Italia si sono svolte (o si svolgeranno nel pomeriggio come a Firenze e a Roma) decine di iniziative contro "la grave situazione determinata dalle norme 'ammazzaprecari' previste dalla Finanziaria 2008, da cui deriva il licenziamento per mancato rinnovo di migliaia di precari storici del Pubblico Impiego che da anni, a copertura delle forti carenze di organico, portano avanti servizi pubblici essenziali". "Partecipatissime manifestazioni", informa unanota dei sindacati di base, si sono svolte a Torino, Genova, Milano,Varese, Bologna, Parma, Grosseto, Pescara, Napoli, Potenza, Messina e Palermo, davanti alle sedi di Regioni e Prefetture, dove e' stato "posto con forza la richiesta di disapplicazione nei confronti di tutti i lavoratori precari attualmente in servizio delle previsioni della Finanziaria relative alla riduzione degli incarichi flessibili e ai Co.co.co., e l'attivazione immediata dei tavoli di confronto, sia con le Amministrazioni locali che con il Ministero della Funzione Pubblica, per affrontare con soluzioni concrete le tematiche relative alla proroga e alla reale stabilizzazione di tutti i precari e gli esternalizzati". "La grande e diffusa partecipazione alle manifestazioni di oggi lancia chiaro monito a chi si candida a governare il paese - sottolinea Carmela Bonvino della Federazione Nazionale RdB-CUB - Il problema della precarieta' non potra' essere liquidato con le boutade sui buoni matrimoni o sulle mance ad integrazione del reddito di questa campagna elettorale. Chi da anni vive in una situazione di mancanza di certezze e di estrema ricattabilita' vuole risposte concrete, ed e' pronto a mobilitarsi ancora per porre il nuovo Governo di fronte a precise responsabilita' e ad una piattaforma unitaria e chiara: sanatoria generalizzata e fine del precariato con l'abolizione delle leggi Trenta e Treu".
4 aprile 2008 - Prima
(PRIMA) ROMA - E’ in corso lo sciopero nazionale dei precari della Pubblica Amministrazione indetto per l’intera giornata di oggi dalle RdB-CUB. Si registrano ripercussioni in tutti i Comparti coinvolti dall’astensione dal lavoro, in particolare nei servizi erogati dagli Enti locali, come asili nido e scuole materne, e nella Sanità. In tutta Italia si sono svolte (o si svolgeranno nel pomeriggio come a Firenze e a Roma) decine di iniziative contro la grave situazione determinata delle norme "ammazzaprecari" previste dalla Finanziaria 2008, da cui deriva il licenziamento per mancato rinnovo di migliaia di precari storici del Pubblico Impiego che da anni, a copertura delle forti carenze di organico, portano avanti servizi pubblici essenziali. Le partecipatissime manifestazioni di Torino, Genova, Milano,Varese, Bologna, Parma, Grosseto, Pescara, Napoli, Potenza, Messina e Palermo, che si sono tenute davanti alle sedi di Regioni e Prefetture, hanno posto con forza la richiesta di disapplicazione nei confronti di tutti i lavoratori precari attualmente in servizio delle previsioni della Finanziaria relative alla riduzione degli incarichi flessibili e ai Co.co.co., e l’attivazione immediata dei tavoli di confronto, sia con le Amministrazioni locali che con il Ministero della Funzione Pubblica, per affrontare con soluzioni concrete le tematiche relative alla proroga e alla reale stabilizzazione di tutti i precari e gli esternalizzati. "La grande e diffusa partecipazione alle manifestazioni di oggi lancia chiaro monito a chi si candida a governare il paese", dichiara Carmela Bonvino della Federazione Nazionale RdB-CUB. "Il problema della precarietà non potrà essere liquidato con le boutade sui buoni matrimoni o sulle mance ad integrazione del reddito di questa campagna elettorale. Chi da anni vive in una situazione di mancanza di certezze e di estrema ricattabilità vuole risposte concrete, ed è pronto a mobilitarsi ancora per porre il nuovo Governo di fronte a precise responsabilità e ad una piattaforma unitaria e chiara: sanatoria generalizzata e fine del precariato con l’abolizione delle leggi Trenta e Treu", conclude la dirigente RdB-CUB.
4 aprile 2008 - Ansa
SANITÀ: LAZIO; RDB, IMPEGNI CONCRETI PER ASSUNZIONE PRECARI
(ANSA) - ROMA, 4 APR - «Chiediamo un impegno concreto e l'apertura di un percorso per l'assunzione di 7 mila precari della sanità del Lazio». È la richiesta fatta da Teresa Pascucci, del coordinamento Rdb della Sanità, nel corso di un'assemblea organizzata dal sindacato di base questo pomeriggio nell'ospedale San Giovanni di Roma a cui hanno partecipato anche gli assessori regionali alla Sanità , Augusto Battaglia, al Bilancio, Luigi Nieri e al Lavoro, Alessandra Tibaldi. Per Battaglia la delibera approvata dalla giunta regionale sulla stabilizzazione di 800 precari del comparto sanitario «non finirà in un cassetto. Ora è al vaglio della Commissione del Consiglio regionale per essere integrata. Nel procedere alla stabilizzazione dovremo però dare priorità alle situazioni dove è maggiore il fenomeno del precariato». Nieri, infine, si è detto disponibile per «l'apertura di un tavolo di trattativa con le Rdb».
SANITÀ: RDB-CUB, LOMBARDIA RIAPRA TAVOLO PER ASSUMERE PRECARI
(ANSA) - MILANO, 4 APR - Riaprire il tavolo regionale sulla stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione e della sanità, per assumere subito tutti i lavoratori e reintegrare i servizi appaltati all'esterno. Sono le richieste della Confederazione unitaria di base per il pubblico impiego (Rdb-Cub), che ha organizzato per oggi uno sciopero nazionale. In Lombardia, in particolare, una ventina di lavoratori si sono riuniti in un sit-in sotto l'Assessorato regionale alla sanità, per presentare le loro richieste alla direzione. Secondo il sindacato, la legge finanziaria 2007 e l'accordo regionale sulla stabilizzazione dei precari per la sanità in Lombardia «non hanno prodotto, se non in una piccola parte, l'assunzione dei precari. Intanto nelle aziende ospedaliere e nelle Asl le amministrazioni tagliano i posti letto, esternalizzano servizi e aumentano i carichi di lavoro», situazione che provocherebbe «allungamento delle liste d'attesa e un aumento dei rischi professionali e degli infortuni sul lavoro per chi resta in servizio». In questo contesto, aggiunge l'Rdb-Cub, «mille lavoratori pensionati in realtà non vengono sostituiti; 4 mila infermieri mancano nella sanità lombarda, mille nella sola Milano; 2 mila operatori socio-sanitari mancano negli ospedali e nelle Asl; e 4.500 precari a tempo determinato aspettano di essere assunti». Una situazione paradossale, conclude il sindacato, anche perchè «la stabilizzazione di questi lavoratori non determina un aumento della spesa, dopo concertazioni al ribasso, due finanziarie nazionali, circolari, direttive e accordi aziendali».
4 aprile 2008 - Omniroma
SANITÀ/ PRECARI, RDB-CUB: APRIRE TRATTIVA CON REGIONE
(OMNIROMA) Roma, 04 apr - Nutrita partecipazione all'assemblea organizzata dalla Rdb-Cub al San Giovanni sul tema del precariato nel settore della sanità, che si è svolta in concomitanza con la giornata dello sciopero nazionale dei precari della pubblica amministrazione. La Rdb-Cub ha chiesto agli assessori regionali presenti, Augusto Battaglia, Alessandra Tibaldi e Luigi Nieri, l'apertura di un tavolo di trattativa. Positiva la risposta dell'assessore Nieri: «Istituiremo subito un tavolo di trattativa con la Rdb-Cub». «Chiediamo un impegno preciso per l'apertura di un percorso per l'assunzione dei 7.000 precari della sanità - ha detto Teresa Pascucci della Rdb Sanità - Altrimenti le operazioni, cosiddette a foglia di carciofo, di assunzioni di precari hanno solo un sapore clientelare. La Regione non può trattare solo con Cgil, Cisl e Uil che partecipano direttamente al sistema cooperativo e sono tra le maggiori affidatarie di appalti esternalizzati». La Rdb-Cub punta il dito contro le esternalizzazioni e il lavoro prestato dalle cooperative nel settore sanitario: «Vengono dati appalti alle cooperative per forniture di beni e servizi, ma le coop nei beni e servizi includono il personale, speriamo che presto venga riconosciuto questo stato di cose che è illegale».
SANITÀ/ BATTAGLIA: DELIBERA PRECARI NON FINIRÀ IN CASSETTO
(OMNIROMA) Roma, 04 apr - «La delibera sull'assunzione dei precari della sanità è stata adottata dalla Giunta regionale, ora è in commissione per essere integrata, ma quello è il testo sul quale ci siamo impegnati e non finirà in un cassetto. Su questo non dovete avere dubbi». È quanto ha detto l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Augusto Battaglia intervenendo nel corso dell'assemblea organizzata dalla Rdb Cub al San Giovanni in occasione dello sciopero nazionale dei precari della pubblica amministrazione. «La difficoltà nell'attuazione di quella delibera starà nel fatto che ci sono molte situazioni eterogenee sul territorio: forse quella d Frosinone è la più complicata. Il problema - ha proseguito Battaglia - è trovare una soluzione coerente per tutte queste diverse realtà. Nel procedere alla stabilizzazione dovremo dare priorità alle situazioni dove è maggiore il fenomeno della precarietà, ma non è che se in un ospedale solo sono tutti precari prima saniamo quello e poi passiamo agli altri: dovremo trovare un equilibrio tra le varie situazioni. Sarà importante però dare un segnale che abbiamo imboccato una certa direzione con questa delibera». Quindi Battaglia ha fatto un accenno ironico a un ipotesi di commissariamento: «Non è che se la sanità del Lazio venisse commissariata arriva il commissario e si occupa dei precari: non credo proprio».
SANITÀ/ BATTAGLIA: «DOVE NECESSARIO ASSUMEREMO»
(OMNIROMA) Roma, 04 apr - «Ci sono attività nelle quali le cooperative possono operare e altre nelle quali sarà preferibile procedere alla reinternalizzazione del servizio». Lo ha detto l'assessore alla Sanità della Regione Lazio Augusto Battaglia in risposta alle domande sull'utilizzo delle cooperative nella sanità pubblica laziale, a margine dell'assemblea organizzata dalla Rdb Cub al San Giovanni. «Le cooperative potranno trovare un utilizzo in alcuni settori dell'assistenza socio-sanitaria, ma anche nelle strutture ospedaliere - ha proseguito - in altre situazioni però sarà preferibile assumere direttamente il personale». Alla domanda in merito alla questione se «un lavoratore dipendente costa meno di un esternalizzato», Battaglia ha risposto: «È evidente che una dipendente che lavora 36 ore a settimana costa di più che comprare 36 ore di lavoro settimanali fornite dal lavoratore una società esterna, ma dove sarà necessario procederemo ad assumere».
SANITÀ/ MARIANI (VERDI): «GIUSTO SCIOPERO PRECARI»
(OMNIROMA) Roma, 04 apr - «I precari della sanità hanno ragione a scioperare, il servizio pubblico sanitario deve garantire prestazioni di qualità come sono solo quelle fornite da personale stabile che ha un suo bagaglio di conoscenze e fa adeguati percorsi di formazione». È quanto ha detto il presidente della commissione regionale lavoro Peppe Mariani (Verdi), intervenendo all'assemblea pubblica organizzata dalla Rdb Cub all'ospedale S.Giovanni in occasione dello sciopero nazionale dei precari della pubblica amministrazione. «Con la stabilizzazione di 800 precari della sanità avviata dalla Regione ci possiamo incanalare in un percorso nuovo - ha proseguito. Stiamo stabilendo le normative di riferimento per scegliere chi saranno gli 800 precari da stabilizzare tra i 7.000 della sanità: entro un anno arriveremo ad avere una cornice di regole condivise per farlo, anche attraverso un percorso assieme ai sindacati». All'assemblea sono presenti anche gli assessori regionali Luigi Nieri e Alessandra Tibaldi.
4 aprile 2008 - Genova Press
GENOVA IN PIAZZA I LAVORATORI PRECARI
Genova - Massiccia partecipazione di lavoratori alla manifestazione svoltasi in Piazza De Ferrari in occasione dello SCIOPERO NAZIONALE dei precari indetto dalle Rappresentanze Sindacali di Base (RdB-CUB).
Questo dimostra che ancora nessuna Legge Finanziaria ha posto la parola fine all'emergenza occupazionale precaria. Le stabilizzazioni programmate sono infatti state del tutto insufficienti a risolvere il problema.
Tutte le categorie di precari erano oggi rappresentate in piazza ed una delegazione di lavoratori ha ottenuto un incontro con l'Assessore Regionale alle Politiche del Lavoro.
Lavoratori e delegati sindacali hanno chiesto all'Assessore l'immediata attivazione, da parte della Regione Liguria, di tavoli di confronto con tutti gli Enti Pubblici che utilizzano forme di lavoro precario, allo scopo di risolvere realmente, con soluzioni concrete e per tutti, il problema del precariato.
L'Assessore Regionale si è impegnato a coinvolgere Comune, Provincia, Regione, Università e Istituti di Ricerca (questi ultimi previa consultazione con l'Assessore alla Sanità) in un percorso comune, teso alla risoluzione del problema.
"Si tratta di un punto di partenza importante" afferma Bruna Bensi di RdB-CUB Pubblico Impiego "in ogni caso, la mobilitazione dei precari continua. Siamo in fase pre-elettorale e le promesse sono facili. Con lo sciopero di oggi i precari hanno dimostrato forza e determinazione e continueranno a farlo finchè non avranno ottenuto il diritto ad un lavoro decente, per una vita decente."
4 aprile 2008 - Dire
SANITA'. RDB: DA ASSESSORI REGIONE OK AD APERTURA TAVOLI
(DIRE) Roma, 4 apr. - Gli assessori regionali alla Sanita', al Bilancio e al Lavoro, rispettivamente Augusto Battaglia, Luigi Nieri e Alessandra Tibaldi hanno partecipato questo pomeriggio all'assemblea dei lavoratori precari ed esternalizzati della sanita' del Lazio organizzata dalle Rdb Cub. "Gli assessori, riconoscendo che la delibera approvata dalla giunta per la stabilizzazione di 800 lavoratori rappresenta solo l'avvio di un processo da proseguire- si legge in una nota dei sindacati di base- hanno raccolto la nostra proposta per l'apertura dei tavoli di stabilizzazione dei precari, a cui parteciperanno le organizzazioni sindacali realmente rappresentative dei lavoratori in lotta".
4 aprile 2008 - Gazzetta del Mezzogiorno
Mobilitazione dei precari in tutta Italia
Sciopero nazionale dei precari della Pubblica Amministrazione indetto per l'intera giornata di oggi dalle RdB-CUB contro una norma della Finanziaria che li sfavorisce. Iniziative anche a Potenza
ROMA – Il futuro governo dovrà fornire soluzioni concrete per tutti i lavoratori precari: è il monito alle forze politiche che è stato lanciato nel corso dello sciopero nazionale dei precari della Pubblica Amministrazione indetto per l’intera giornata di oggi dalle RdB-CUB.
In tutta Italia si sono svolte (o si svolgeranno nel pomeriggio come a Firenze e a Roma) decine di iniziative contro «la grave situazione determinata dalle norme "ammazzaprecari" previste dalla Finanziaria 2008, da cui deriva il licenziamento per mancato rinnovo di migliaia di precari storici del Pubblico Impiego che da anni, a copertura delle forti carenze di organico, portano avanti servizi pubblici essenziali».
«Partecipatissime manifestazioni», informa unanota dei sindacati di base, si sono svolte a Torino, Genova, Milano, Varese, Bologna, Parma, Grosseto, Pescara, Napoli, Potenza, Messina e Palermo, davanti alle sedi di Regioni e Prefetture, dove è stato «posto con forza la richiesta di disapplicazione nei confronti di tutti i lavoratori precari attualmente in servizio delle previsioni della Finanziaria relative alla riduzione degli incarichi flessibili e ai Co.co.co., e l’attivazione immediata dei tavoli di confronto, sia con le Amministrazioni locali che con il Ministero della Funzione Pubblica, per affrontare con soluzioni concrete le tematiche relative alla proroga e alla reale stabilizzazione di tutti i precari e gli esternalizzati».
«La grande e diffusa partecipazione alle manifestazioni di oggi lancia chiaro monito a chi si candida a governare il paese - sottolinea Carmela Bonvino della Federazione Nazionale RdB-CUB – Il problema della precarietà non potrà essere liquidato con le boutade sui buoni matrimoni o sulle mance ad integrazione del reddito di questa campagna elettorale. Chi da anni vive in una situazione di mancanza di certezze e di estrema ricattabilità vuole risposte concrete, ed è pronto a mobilitarsi ancora per porre il nuovo Governo di fronte a precise responsabilità e ad una piattaforma unitaria e chiara: sanatoria generalizzata e fine del precariato con l’abolizione delle leggi Trenta e Treu».
4 aprile 2008 - Il Bologna
Sindacato. Dalle 9,30 scendono in piazza i Co.co.co. senza laurea "cancellati" dalla legge FinanziariaPrecari, oggi sit-in alla Prefettura per il decreto che li manda a casa
La circolare ministeriale ha salvato (per ora) solo i temporanei della scuola d'infanzia
di Diego Costa
Bologna - Lo chiamano decreto mille proroghe e oggi solleverà chissà quante proteste: in tutte le piazze d'Italia scenderanno i dipendenti precari del comparto pubblico la cui stabilizzazione si sta per realizzare con modalità uguali ed opposte a quelle desiderate. Con una soluzione di continuità: il licenziamento. A Bologna i precari affolleranno stamane alle 9,30 piazza Roosevelt, dove è previsto un presidio davanti alla Prefettura. Circa un mese fa già un nutrito numero di precari manifestarono in piazza Maggiore a difesa dei loro diritti e chiedendo una sospensione del decreto che fa parte della Finanziaria. Se il Governo non fosse caduto, è probabile che una soluzione ad interim avrebbe permesso il Paese di procrastinare una volta di più una risposta soluzione a questo annoso problema. Invece il Ministero della Funzione Pubblica, tramite una circolare dapprima auspicata e poi redatta, è riuscito a tamponare una falla ma non tutta l'emorragia. Con un provvedimento temporaneo è stato infatti garantito il posto ai precari degli asili nido e delle scuole d'infanzia, oltre agli interinali, dando una risposta alle ansie che accompagnavano educatrici, assistenti e dade in bilico, ma anche insegnanti di ruolo e tanti genitori che temevano problemi e ripercussioni «indotti» dal licenziamento in massa che si doveva verificare il 31 marzo scorso. «La precarietà sembra essere diventato il tema centrale della politica - scrivono i Rappresentanti sindacali di base dell'Emilia Romagna - per le forze scese in campagna elettorale. Emergono ricette poco credibili e fantasiose che non forniscono alcuna soluzione concreta alle giuste aspettative che riguardano migliaia di lavoratori». Il messaggio che il sindacato intende inviare a chi sarà chiamato a governare è la necessità di prendere una decisione a sua volta «non precaria»: il problema infatti potrebbe presto ripresentarsi. «Migliaia di precari pubblici - scrivono gli Rdb - aspettano risposte non più a tempo determinato, nella logica di una stabilizzazione da tempo auspicata». Il problema cioè non è solo quello dei Co.co.co senza laurea dal 31 marzo inevitabilmente lasciati a casa. Serve una soluzione definitiva: per le scuole materne si prospettava l'ipotesi di dare la gestione dei nidi pubblici ad altre cooperative. «E io che dopo anni di attesa finalmente sono diventata di ruolo, cosa mi devo aspettare?» protestava e temeva un'insegnante, sotto casa del Premier uscente, Romano Prodi. Come a voler dire: attenti perchè rovesciando il problema come un calzino, potrebbe scaturirne un altro. A San Lazzaro intanto il Comune fa sapere che in occasione dell'odierna mobilitazione garantirà comunque alcuni servizi essenziali: stato civile e servizio elettorale (dalle 8,15 alle 12.45); servizi di manutenzione e cimiteriale, trasporto disabili e alcuni di Polizia Municipale.
4 aprile 2008 - La Stampa
PROTESTA DEI PRECARI
Torino - Oggi scioperano i precari della pubblica amministrazione e tra questi quelli della scuola e quelli delle biblioteche dell’Università che dalle 10,30 animano il presidio Cub in piazza Castello. I lavoratori delle cooperative impiegati nelle biblioteche universitarie, precari da anni, protestano contro la decisione di sospendere ogni trattativa sindacale fino alle elezioni rettorali di maggio. Entro aprile va preparato il piano per rientrare nelle stabilizzazioni della Finanziaria.
PRECARI. STAMATTINA
Uspidalì, delegazione manifesta a Torino
Valenza - Anche il sindacato Cub vede in chiave favorevole l'incontro tra Comune e sindacati sulla situazione alla casa di riposo Uspidalì, dove sono in pericolo 23 posti di lavoro precari, ma la protesta non si esaurisce e prosegue oggi a Torino, alla manifestazione nazionale indetta dalla Rdb: «La riapertura al dialogo è un frutto della mobilitazione dei lavoratori - dice Giovanni Maccarino -, registriamo positivamente l'apertura di un tavolo di discussione da cui è stata tolta l'ipotesi di passaggio a cooperative o società private, per ripartire alla ricerca di soluzioni pubbliche adeguate». I valenzani saranno presenti con una delegazione alla manifestazione regionale che si svolge stamane a Torino di fronte alla prefettura. L'iniziativa ha lo scopo di «chiedere con forza che vengano ritirati o almeno fatti slittare di un anno i termini per l'entrata in vigore delle norme "ammazza precari"».
Un monito alle forze politiche: il futuro governo dovrà fornire soluzioni
concrete
per tutti i lavoratori precari
E' in corso lo sciopero nazionale dei precari della Pubblica Amministrazione
indetto per l'intera giornata di oggi dalle RdB-CUB. Si registrano
ripercussioni in tutti i Comparti coinvolti dall'astensione dal lavoro, in
particolare nei servizi erogati dagli Enti locali, come asili nido e scuole
materne, e nella Sanità.
In tutta Italia si sono svolte (o si svolgeranno nel pomeriggio come a
Firenze e a Roma) decine di iniziative contro la grave situazione
determinata delle norme "ammazzaprecari" previste dalla Finanziaria 2008, da
cui deriva il licenziamento per mancato rinnovo di migliaia di precari
storici del Pubblico Impiego che da anni, a copertura delle forti carenze di
organico, portano avanti servizi pubblici essenziali.
Le partecipatissime manifestazioni di Torino, Genova, Milano,Varese,
Bologna, Parma, Grosseto, Pescara, Napoli, Potenza, Messina e Palermo, che
si sono tenute davanti alle sedi di Regioni e Prefetture, hanno posto con
forza la richiesta di disapplicazione nei confronti di tutti i lavoratori
precari attualmente in servizio delle previsioni della Finanziaria relative
alla riduzione degli incarichi flessibili e ai Co.co.co., e l'attivazione
immediata dei tavoli di confronto, sia con le Amministrazioni locali che con
il Ministero della Funzione Pubblica, per affrontare con soluzioni concrete
le tematiche relative alla proroga e alla reale stabilizzazione di tutti i
precari e gli esternalizzati.
"La grande e diffusa partecipazione alle manifestazioni di oggi lancia
chiaro monito a chi si candida a governare il paese", dichiara Carmela
Bonvino della Federazione Nazionale RdB-CUB. "Il problema della precarietà
non potrà essere liquidato con le boutade sui buoni matrimoni o sulle mance
ad integrazione del reddito di questa campagna elettorale. Chi da anni vive
in una situazione di mancanza di certezze e di estrema ricattabilità vuole
risposte concrete, ed è pronto a mobilitarsi ancora per porre il nuovo
Governo di fronte a precise responsabilità e ad una piattaforma unitaria e
chiara: sanatoria generalizzata e fine del precariato con l'abolizione delle
leggi Trenta e Treu", conclude la dirigente RdB-CUB.
Roma, 4 aprile 2008
PRECARI PUBBLICI IN SCIOPERO, SONO IN MIGLIAIA A INVADERE LE PIAZZE ITALIANE
I precari in fermento attaccano il ComuneLa vertenza. Ieri lo sciopero nazionale dei co.co.pro della pubblica amministrazione
Oltre cento precari in Comune ora è corsa alla stabilizzazione
Luise (AdlRdb): «Spesso gli "atipici" svolgono lavori ad alta specializzazione»
Proteste. I lavoratori a tempo rischiano il posto a causa delle nuove leggi nazionali
Precari, mille in piazza ricevuti in Prefettura