parola di Ministro: "Nel pubblico 260mila precari, no stabilizzazione di massa"
Il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, in un'audizione alla Camera, ha spiegato che i precari sono 130mila nella scuola, 115mila nella sanità e enti locali e 15mila nelle amministrazioni centrali.
Il ministro Patroni Griffi
ROMA - "Non è possibile pensare a una stabilizzazione di massa per i 260mila precari, considerate tutte le forme di flessibilità, che ci sono nella Pubblica Amministrazione". Così il ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi nel corso di un'audizione davanti alla Commissione Lavoro di Montecitorio.
I PRECARI NEL PUBBLICO. Il ministro ha poi specificato che ad oggi ci sono 130mila precari nella scuola, 115mila nella sanità e negli enti locali e 15mila nelle amministrazioni centrali. Patroni Griffi ha inoltre annunciato che "è in corso di emanazione l'atto di indirizzo all'Aran per arrivare a un accordo quadro sul pubblico impiego" e di averlo inviato al ministero dell'Economia.
GLI ESUBERI. Gli esuberi nelle pubbliche amministrazioni dovrebbero arrivare a circa 7.300 in totale in base ai tagli previsti dalla spending review. Il ministro annuncia un ulteriore taglio delle piante organiche di 3.300 impiegati durante una audizione alla commissione Lavoro. Oltre alle 4.028 eccedenze emerse dal primo decreto "abbiamo proiezioni di ulteriori 3.000 eccedenze di personale per un totale quindi di 7.300 per effetto di altri due decreti uno sull'Inps e l'atro su 24 enti parchi" ha affermato il ministro.
mercoledì, 05 dicembre 2012
5 dicembre 2012
Patroni Griffi: «No alla stabilizzazione di massa per i precari della Pa». Il Governo punta a una proroga-ponte
I lavoratori precari nell'ambito della Pubblica amministrazione sono oggi oltre 260mila, concentrati soprattutto nella scuola (130mila unità), nella Sanità e negli enti locali (115mila). Altri 15mila si trovano nelle amministrazioni centrali. Per loro «non è ipotizzabile una stabilizzazione di massa», provocando «un blocco delle assunzioni di giovani per molti anni», anche se costituiscono certamente un problema che si è «accumulato nel corso degli anni», legato «anche al blocco del turn over». A dirlo è il ministro per la Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, affrontando la questione nel corso di un'audizione alla commissione Lavoro della Camera.
Come uscire da questo vicolo cieco? Il ministro ha spiegato la strategia di breve periodo del Governo, che punta innanzitutto a «mandare a regime una norma già varata dal precedente Governo, incentrata sulla previsione di una riserva di posti costante nei concorsi pubblici per il personale con contratti a termine «che abbia maturato esperienza triennale nella Pa». Poi si lavora per dare la possibilità alle varie amministrazioni «di rinnovare i contratti di lavoro a termine anche oltre il termine dei 36 mesi previsto, e di 60 mesi per chi lavora nel settore della ricerca, sulla base di criteri definiti in sede di accordo collettivo», in base alle deroghe che la riforma del mercato del lavoro consente in sede di contrattazione sindacale, «e dunque la possibilità di derogare al mentenimento di questi contratti a tempo determinato».
L'Aran, in questo scenario, ha il compito di definire «un accordo quadro che individui i casi, i settori e i tempi, dove è possibile derogare e procedere al mantenimento dei contratti a termine». Il ministro ha poi riferito di aver inviato al Mef, per un parere, l'atto di indirizzo per l'accordo quadro che potrà così definire le deroghe in base alle tipologie
a ai settori della Pa. In attesa dell'accordo quadro, e per superare le scadenze contrattuali immediate, che si concentrano per molti dei precari della pa al prossimo 31 dicembre, il governo intende «dare possibilità a rinnovare contratti in scadenza fino al 31 luglio», probabilmente con un decreto legge ad hoc.
5 dicembre 2012