lettera di una precaria disoccupata tifosa
Probabilmente questa lettera non sarà mai pubblicata o letta, come molto spesso non vengono
rappresentate dai mass media le tante difficoltà e criticità che esistono nel mondo del lavoro. Ieri
ascoltando il pensiero di Massimo Oddo mi sono sentita ferita, fallita, indignata, toccata nell’anima,
e perciò scrivo per far conoscere il mio pensiero.
INDIGNIAZIONE DI UNA PRECARIA DISOCCUPATA TIFOSA,
ANZI EX TIFOSA!
Le parole di Massimo Oddo;
“… Noi siamo persone non siamo oggetti…”.
Carissimo Massimo sono Aurora, educatrice asilo nido trentaduenne campana emigrata in
Toscana da otto anni in cerca di un lavoro stabile, portavoce dei Movimenti Disoccupati e Precari
di Firenze e d’Italia, volevo rispondere a questo tuo pensiero che mi ha tanto colpito perché noi
purtroppo non ci sentiamo nemmeno persone, ma solo schiavi, che pur di arrivare a fine mese, anzi
a fine giornata, siamo costretti ad accettare di lavorare in qualsiasi condizione.
Oltre a curare i tuoi interessi e leggere i giornali sportivi, ti è giunto all’orecchio delle gravi
problematiche sul mondo del lavoro? Volgi lo sguardo oltre il tuo mondo fiabesco?
Negli stadi si osserva, giustamente, un minuto di silenzio, si indossa la fascia nera, si indossano
magliette per tanti buoni scopi, si organizzano partite di beneficenza , ma mai e dico mai, un
pensiero, una parola, uno striscione, sulle morti bianche, sul lavoro nero, su persone che ogni
giorno perdono posti di lavoro.
Da oltre due settimane in Italia ci sono precari in sciopero della fame per un lavoro a tempo
determinato, retribuito con poco più di 1000 euro al mese per i pochi mesi che forse riusciranno, se
fortunati a lavorare durante un solo anno, persone che purtroppo si tolgono la vita perché gli è stata
tolta la DIGNITA’, madre che gli viene tolta la figlia neonata solo perché guadagna appena 500
euro al mese.
Noi disoccupati, precari, poveri dobbiamo anzi ci costringono a farlo, arrovellarci su come arrivare
a fine mese, combattiamo perché vorremmo una svolta nella nostra Italia e Voi avete deciso di
scioperare per motivi a me futili , visto i vostri lauti guadagni che offendono tutti, lavoratori e non.
Come faccio a spiegare ad un bambino tifoso, anzi amante del calcio del vostro sciopero,
bambino a cui spesso si deve dire NO anche per una semplice bustina di figurine?
Che modello educativo, umano e civico può dare ai tanti giovani questa vostra presa di
posizione, visto che siete il loro modello da seguire?
Forse potrebbe avere un senso se vi trovaste in prima persona a sostenere fattivamente e
personalmente il mondo dei cittadini espulsi dal lavoro che sta’ urlando in varie piazze la loro
disperazione, mettendo a disposizione la vostra istanza per ricostruire una società che rimetta al
centro dei propri obbiettivi la DIGNITA’ e i DIRITTI di ogni individuo.
E’ giusto che tuteliate i vostri diritti da lavoratore e sicuramente non è colpa vostra se questa
società ha generato mostruose diseguaglianze, così mostruose da far indignare le tante migliaia di
persone che ogni giorno lottano per sopravvivere qui in Italia e non nel Terzo Mondo.
Spero di avere una risposta a questo mio scritto che dia un senso alla vostra iniziativa e al
mio sentirmi “ NULLA” per poter ritornar ad essere una fiera tifosa delle squadre di calcio italiane.
Firenze 11/09/2010 Aurora Luongo