e dopo la finanziaria....mettono le mani ai diritti dei lavoratori! Un altro cetriolo ben condito?

Nazionale -

in allegato alcuni interessanti articoli sulle recenti dichiarazioni della Ministra Fornero; si vuole ridurre e usare la giusta battaglia per il reddito minimo a moneta di scambio per giustificare la perdita di lavoro, diritti e tutele. Prepariamo una risposta forte e consapevole a questa emmesima "presa per il c.....etriolo"!

da OIPA Magazine:

<pstify></pstify>Riforma del lavoro, articolo 18 e reddito minimo nel piano Fornero

La norma dello Statuto dei lavoratori verrebbe allentata. Due le ipotesi di intervento: ampliamento del concetto di giusta causa o deroghe all'obbligo di reintegro. Assegni mensili tra 500 e 1000 euro per giovani in cerca del primo lavoro e disoccupati

Articolo 18 e reddito minimo garantito. Sono questi i due assi portanti della riforma del lavoro alla quale sta lavorando il ministro del Welfare Elsa Fornero (). Dunque secondo le prime indiscrezioni la norma dello Statuto dei lavoratori, che è uno dei totem delle forze sindacali, verrà alla fine allentato (e non cancellato), anche se restano da stabilire le modalità dell’intervento. Due le opzioni in campo per alleggerire l’articolo 18 e aumentare il tasso di flessibilità in uscita: ampliamento del concetto di giusta causa – che insieme al giustificato motivo è l’unico fattore in base al quale l’imprenditore può licenziare un proprio dipendente – oppure l’introduzione di deroghe all’obbligo di reintegro previsto dalla legislazione vigente per il licenziamento che non rientra in uno dei due casi citati.
Come ha confermato il giuslavorista Pietro Ichino in un suo recente intervento, infatti, “le imprese possono licenziare solo quando sono ormai al fallimento, mentre bisognerebbe prevedere la possibilità di licenziare prima che le crisi aziendali diventino irreversibili”. A rafforzare tale pensiero, le parole del leader di Confindustria Roma Aurelio Regina, secondo il quale “in Italia fra contratti a termine, a progetto e via dicendo, ci sono troppe forme di flessibilità per l’ingresso nel lavoro, ma sono inutili, creano precarietà, mentre le flessibilità che serve è in uscita”.
L’altro punto importante del piano Fornero, l’introduzione del reddito minimo, potrebbe essere usato dal ministro per uno scambio da proporre a chi si oppone alla rivisitazione dell’articolo 18. In tal modo la flessibilità si coniugherebbe con un sistema rafforzato di ammortizzatori sociali pronto a compensare la maggiore precarietà del lavoro. I giovani in cerca di prima occupazione e i disoccupati percepirebbero un assegno mensile di importo compreso tra 500 e 1000 euro per un massimo di 2 o 3 anni.  

A cura di : Francesco Ruoppolo