Calabria, una regione aperta solo grazie al lavoro nero di 6522 lavoratori pubblici. Lunedì 5 luglio a Montecitorio conferenza stampa dei tirocinanti calabresi

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Falsi tirocini formativi, senza contributi né malattia, per  500 euro al mese. Sono quei  lavoratori pubblici in nero che in Calabria mandano avanti Enti Locali, Comuni, Prefetture, Palazzi di Giustizia, Scuole, Musei, Parchi Archeologici, Biblioteche, Sovrintendenze, e Archivi di tutta la regione, garantendo l’apertura di uffici che altrimenti sarebbero destinati alla chiusura.

Sono 6.522 persone da un decennio in attesa che finisca lo sfruttamento istituzionalizzato da parte di tutto il settore pubblico calabrese. Nelle ultime settimane sono scesi in piazza con l’Unione Sindacale di Base a più riprese, un vero e proprio esercito di sfruttati capace di bloccare, soltanto con la forza del numero, l’aeroporto di Lamezia o la cittadella regionale di Catanzaro.

Da mesi, per non dire anni, puntuali si succedono le rassicurazioni: la svolta è in arrivo, presto regolarizzazione per tutti, e simili affermazioni che poi si rivelano puntuali prese in giro. Perché alla fine nulla accade.

Per denunciare questo stato di cose, intollerabile, USB organizza una conferenza stampa lunedì 5 luglio, alle ore 12, nella Sala Stampa di Montecitorio, in via della Missione 4 a Roma. Sarà presente, con l’esecutivo confederale dell’Unione Sindacale di Base, una delegazione dei tirocinanti calabresi.

Unione Sindacale di Base

2-7-2021