1000 licenziamenti a teleperformance. Adesione massiccia allo sciopero
Taranto – venerdì, 30 aprile 2010
CALL CENTER: ADESIONE MASSICCIA allo SCIOPERO nella TELEPERFORMANCE di TARANTO
indetto oggi da RDB-SI.G.LA
RdB-SI.G.LA, BASTA COL “PRENDI I SOLDI PUBBLICI E SCAPPA”. IMMEDIATO RITIRO DELLE PROCEDURE DI LICENZIAMENTO
E’ pressoché totale l’adesione dei lavoratori allo sciopero indetto per l’intera giornata di oggi, 30 aprile, dalla RdB-SI.G.LA alla Teleperformance di Taranto, call center che nella sola sede tarantina impiega circa 2.000 lavoratori, per un totale di 3.000 dipendenti in Italia.
Lo sciopero è stato indetto contro la richiesta di mobilità per il 30% per cento del personale, che coinvolgerebbe 674 lavoratori a Taranto e 200 nelle due sedi di Roma, avanzata dall’azienda il 1 aprile scorso. Una mobilità che, non esistendo alcuna forma di cassa integrazione nel settore, equivale al licenziamento in tronco.
La multinazionale Teleperformance, presente in Italia attraverso la “In & Out” con appalti da grandi committenti come ENEL, ENI, Vodaphone, Mediaset e recentemente Alitalia, imputa lo stato di crisi ad un mercato sregolato, dove società che giocano al ribasso, in particolare sul costo del lavoro, attuerebbero una concorrenza sleale nei confronti delle altre che hanno stabilizzato i propri dipendenti.
RdB-SI.G.LA sottolinea come, in agevolazione delle stabilizzazioni, la Regione Puglia, abbia erogato alla società “In & Out” 7.747 Euro per ogni unità assunta entro il 30 aprile 2007, maggiorati del 50% in caso di assunzione di donne, le quali costituiscono la maggioranza della forza lavoro nel call center. Considerando inoltre le misure per agevolare l’occupazione previste dalla legge 407/91 attraverso lo sgravio dei contributi, che in Puglia è del 100% con versamento integrale da parte dell’INPS, e calcolando che il reddito lordo annuo dei dipendenti Teleperfomance non supera i 13.000 Euro, ne risulta che per un anno e mezzo questi lavoratori non sono costati nulla all’azienda.
In merito al problema della concorrenza sleale addotto dalla proprietà, RdB-SI.G.LA intende ricordare che da circa un anno la “In & Out” ha come collegata la OBTel, società con sede legale a Palermo il cui amministratore delegato è anche il Direttore di “In & Out”, dove tutti i lavoratori sono presenti esclusivamente con contratti a progetto. La “In & Out” ha inoltre avviato un processo di delocalizzazione in Albania.
E’ grande la rabbia dei lavoratori tarantini, che in concomitanza con il partecipatissimo sciopero stanno manifestando questa mattina di fronte ai cancelli della Teleperfomance con lo striscione “Ieri In, oggi Out”. RdB-SI.G.LA chiede pertanto l’immediato ritiro delle procedure di mobilità; la presentazione del piano industriale; la presentazione dei bilanci; la verifica dei contratti con i committenti e l’interruzione dei processi di esternalizzazione e delocalizzazione delle attività.
La mobilitazione proseguirà nei prossimi giorni con una serie di iniziative di lotta in concomitanza dei prossimi incontri a livello istituzionale, Provincia, Regione e Ministero, dai quali deve scaturire una UNICA E SOLA SOLUZIONE: IL RITIRO DEI LICENZIAMENTI.
PUGLIA - Federazione Regionale RdB
12 aprile 2010 - Repubblica.it
Mille piccole crisi senza risonanza, il volto nascosto di un'economia dove la ripresa ancora non si vede. Viaggio tra aziende che chiudono, vertenze, contratti di solidarietà e cassa integrazione a zero oreDall'Italtel ai mille licenziati Teleperformanceecco l'Italia del lavoro che continua a spariredi SALVATORE MANNIRONI
ROMA - La Steton prevede 27 licenziamenti, il salvataggio dell'Arcte è a un passo dal fallimento, Teleperformance annuncia mille esuberi, Chinook taglia l'organico di 60 unità. Queste aziende non sono famose, non se ne parla sui media nazionali e difficilmente il loro destino approda sui "tavoli tecnici" del ministero. Eppure sono loro il convitato di pietra in convegni come quello confindustriale di Parma, le "piccole crisi senza importanza" sparse da nord a sud in tutta Italia a indicare che la recessione è tutt'altro che finita. Da oggi Repubblica.it cercherà di raccontare ogni settimana le difficoltà in cui si trovano lavoratori e aziende, facendo il punto delle vertenze avviate o in corso. Questo primo monitoraggio parte dall'inizio del mese e dal caso Italtel.
1 aprile - L'Italtel disdice unilateralmente, con 8 mesi di anticipo, i contratti di solidarietà per 1.400 dipendenti, oggetto di un accordo siglato al ministero del Welfare nel giugno 2009. Negli stabilimenti di Carini (Palermo), Roma e Settimo Milanese è indetto uno sciopero immediato. L'azienda annuncia anche 400 esuberi e la cassa integrazione straordinaria.
A Scandicci sindacati e azienda trovano l'accordo sulla cassa integrazione per i 370 dipendenti dell'Isi, ex Electrolux, al centro di un tentativo di riconversione industriale. La firma dell'intesa da parte del sindacato è condizionata all'arrivo immediato dei macchinari per la seconda linea produttiva di pannelli fotovoltaici, unica garanzia sulla serietà degli impegni della nuova proprietà.
A Catania la commissione regionale per l'impiego dà il via libera alla concessione della cassa integrazione in deroga per gli operatori del call center Ratio Consulta.
Inizia lo sciopero alla Salami di Modena. A maggio scade la cassa integrazione e i sindacati temono che possano perdere il posto 35 dei 116 dipendenti dell'azienda metalmeccanica. La direzione aziendale si è detta disposta a valutare "tutti gli ammortizzatori sociali disponibili", da utilizzarsi "in ogni caso, nel rispetto dell'economicità della gestione per salvaguardare il lavoro di oggi e di domani".
A Carpi prime ore di sciopero anche alla Steton che produce macchine per la lavorazione del legno. L'azienda ha annunciato 27 licenziamenti. Sindacato e lavoratori chiedono una riduzione del numero degli esuberi, l'allungamento della cassa integrazione straordinaria in scadenza dopo 12 mesi, l'impegno dell'azienda a integrare economicamente gli ammortizzatori sociali.
2 aprile - Circa duemila lavoratori del gruppo Carrefour (Gs e Diperdì) manifestano a Roma e Milano contro l'azienda che un anno fa ha disdetto l'accordo sul contratto integrativo e ora, secondo le accuse di lavoratori e sindacati, costringe a condizioni di lavoro sempre più pesanti ricorrendo anche a licenziamenti e cassa integrazione.
Scaduta la cassa integrazione ordinaria alla Somaschini spa, azienda metlameccanica di Trescore (Bergamo), azienda e sindacato firmano l'intesa sui contratti di solidarietà per 105 dipendenti su 165. Durerà un anno; per i lavoratori interessati comporterà una riduzione del 50% dell'orario di lavoro e del 20% del salario rispetto alla busta paga precedente.
Fa un passo indietro la società barese New Age che si era detta interessata all'acquisto dell'Arcte di Bologna, azienda di intimo e beach wear in concordato preventivo da febbraio dopo il fallimento della proprietaria Bdh, holding del gruppo Burani. A rischiare il posto ora sono tutti e 170 i dipendenti, oggi in gran parte in cig. New Age si era impegnata a salvare 50 posti di lavoro per almeno 5 anni. Il ripensamento è attribuito alla verifica sullo stato dell'azienda e del suo magazzino.
Teleperformance, azienda di call center, annuncia l'avvio delle procedure per il licenziamento di circa 1.000 dipendenti, settecento dei quali nella sede di Taranto e i restanti 300 nella sede di Roma. La Slc-Cgil parla di "scelta vergognosa del management" e sottolinea che nel disastro del settore dei call center incide anche la "totale irresponsabilità dei grandi committenti che alimentano il dumping con gare al massimo ribasso".
L'azienda precisa: "Teleperformance ha avviato una procedura di mobilità quantificando in circa 1000 gli esuberi tra la sede di Taranto e quella di Roma: i motivi di questa scelta sono l'esorbitante incidenza del costo del lavoro generata da una situazione fortemente penalizzante in cui Teleperformance si è trovata suo malgrado. Ad inizio 2007 la società decise di stabilizzare tutti i collaboratori a progetto interpretando in modo ampio la così detta Circolare Damiano: la stabilizzazione andò a toccare tutti i lavoratori sia essi impegnati in attività Inbound che Outbound (di vendita).
"Noi siamo stati in sostanza tra i primi ad abbracciare questa direttiva e ci era stato promesso dalle Istituzioni allora al Governo e dai rappresentanti del Sindacato che dopo il 30 aprile 2007 le aziende che non avessero stabilizzato sarebbero state punite dagli organi di vigilanza con multe severissime. Ma questo non è successo.
Per poter guardare ad un futuro di miglioramento Teleperformance auspica un immediato intervento governativo atto a regolamentare il mercato dei call center e richiede al governo di eliminare ogni forma di aiuto che leda la concorrenza. Il management si rende sin d'ora disponibile ad ogni confronto sul tema con le istituzioni".
I lavoratori della Tecnol di Barberino del Mugello approvano l'accordo sulla cassa integrazione straordinaria per un massimo di 12 mesi a rotazione per 100 addetti su 125. L'azienda anticiperà la "cassa" e ne integrerà l'importo.
Con uno sciopero si apre la vertenza alla Chinook di Piossasco (Torino) dopo che l'azienda, che produce compressori ad aria, ha annunciato il licenziamento per 60 dei 110 lavoratori a causa del calo di fatturato dell'ultimo anno. Secondo i sindacati, l'azienda ha ancora a disposizione sei mesi di cassa ordinaria e un anno di straordinaria.
5 aprile - Il Comune di Castelraimondo (Macerata) esprime profonda preoccupazione per i 44 dipendenti Villeroy e Boch a rischio di licenziamento nello stabilimento Vitaviva Italia srl. L'azienda produce box doccia multifunzione e vasche idromassaggio.
Si apre la vertenza alla Esa-Gv di Campogalliano (Modena). L'azienda ha annunciato una quindicina di esuberi sui 39 dipendenti totali, la cassa integrazione straordinaria per 12 mesi senza rotazione né maturazione di ferie, premessi e tredicesima. Rsu e sindacato respingono il piano a partire dai licenziamenti e rilanciando la proposta dei contratti di solidarietà. L'Esa-Gv si occupa di programmi informatici e apparecchiature per la gestione di macchinari a controllo numerico.
6 aprile - Sciopero alla Ladurner, società che gestisce l'impianto di trattamento dei rifiuti del Comune di Venezia. La protesta è scattata dopo l'annuncio dell'azienda per l'avvio della cassa integrazione di nove lavoratori su quaranta.
L'azienda Incanto di Matera, attiva nel settore del mobile imbottito, ha attualmente 130 dipendenti in cassa integrazione ordinaria. Fa notizia perché in questo giorno hanno ricevuto dall'Inps il pagamento delle spettanze relative al gennaio scorso.
La Piaggio Aero Industries annuncia 13 settimane di cassa integrazione ordinaria, con possibilità di proroga, per 300 dipendenti dello stabilimento di Finale Ligure.
L'amministratore delegato dello stabilimento Italcementi di Sassari-Scala di giocca annuncia il licenziamento e la collocazione in mobilità per i 32 dipendenti. Sindacati e lavoratori chiedono un incontro alla Regione.
7 aprile - Sciopero e presidio Rdb davanti ai cancelli della Fini compressori nella zona industriale di Zola Predosa (Bologna). L'azienda metalmeccanica ha confermato l'intenzione di procedere al licenziamento di 108 lavoratori su 209 alla scadenza della cassa integrazione anziché chiedere la proroga della cig.
I 103 dipendenti dell'agenzia di vigilanza privata "La partenopea" di Napoli ricevono la lettera di licenziamento. L'istituto afferma che il provvedimento è causato dalla perdita di una serie di incarichi assegnati, tramite appalto, ad altre ditte del settore.
Bialetti chiude lo stabilimento piemontese di Omegna (culla della celebre caffettiera Moka e dell'Omino coi baffi) e mette in mobilità i 120 dipendenti dell'impianto. La decisione, annuncia il gruppo, rientra nel piano di riorganizzazione della struttura industriale ed è legata alla "perdurante crisi congiunturale del mercato di riferimento".
Sciopero dei dipendenti al lavoro e presidio di quelli in cassa integrazione alla Keller di Palermo, fabbrica metalmeccanica. La protesta per rivendicare il pagamento dello stipendio di marzo e il mantenimento degli impegni assunti dalla Regione per sostenere il reddito dei lavoratori in cig.
8 aprile - Firmata alla Spezia la cassa integrazione per crisi aziendale per tutti i dipendenti dei cantieri Baglietto di Varazze e Pisa, Il provvedimento scatterà il 15 aprile.
Nel corso di un incontro informale, il titolare della Weissenfels Traction, Paolo Zanetti, comunica ai sindacati l'intenzione di chiudere l'azienda di Gemona (Udine). Una decisione che gela i 36 lavoratori visto che pochi giorni prima era stato sottoscritto l'accordo per la proroga della cassa integrazione ordinaria per altre 13 settimane. L'impresa produce catene da neve professionali.
A Cagliari scendono in piazza i lavoratori socialmente utili impiegati dalle imprese che curano la pulizia delle scuole. Le rdb denunciano 500 licenziamenti in Sardegna (e 5mila in tutta Italia) dai consorzi delle aziende del settore dopo il taglio di 110 milioni di euro operato dal decreto 195.
A Gorizia viene sottoscritto l'accordo per la proroga di 12 mesi della cassa integrazione in deroga per i lavoratori della Eaton di Monfalcone. Il sindacato auspica che la proroga consenta di pensare al futuro dello stabilimento dove sono oltre 330 i dipendenti in cassa a zero ore.
Nulla di fatto dall'assemblea dei soci di Geomeccanica di Venafro (Isernia). L'azienda, che produce macchinari per trivellazioni, è ferma da settimane e i 90 dipendenti sono in cassa integrazione. L'assemblea doveva pronunciarsi sulla proposta di affitto dell'azienda per 48 mesi, presentata dalla Egt di Parma. geomeccanica ha anche presentato una proposta di concordato preventivo al tribunale di Isernia.
9 aprile - Due operai della Raimondi gru di Legnano protestano dalla cima di una gru a 60 metri d'altezza. la Raimondi, dopo una richiesta di concordato preventivo, è stata rilevata dalla Ramco, gruppo del Qatar che ha assorbito 40 dei 61 dipendenti; per gli altri, come i due protagonisti della protesta, è stata decisa la cassa integrazione in prospettiva di un riassorbimento.
Intesa per limitare i danni alla Srs di Fiorano (Modena). L'azienda, che lavora nel settore della serigrafia e della grafica, aveva annunciato un piano con 60 esuberi sui 100 dipendenti. L'intesa prevede una riduzone degli esuberi a 40 con incentivi all'esodo. Per 50 degli addetti è previsto il contratto di solidarietà con integrazione salariale pari all'80% della retribuzione perduta.
IL COMUNE CHIEDE
IL CONGELAMENTO DELLA MOBILITA’
E CONTEMPORANEAMENTE RdB/SI.G.LA.
ATTIVA LE PROCEDURE
DI CONCILIAZIONE IN PREFETTURA
Il Comune di Taranto, di concerto con Provincia e Regione Puglia, chiederà in queste ore a Teleperformance il congelamento della procedura di mobilità attuata a seguito dell’esubero di circa settecento dipendenti tarantini. Nel contempo si impegna a sollevare a livello istituzionale il problema della regolamentazione del mercato dei call center.
Questo, in sostanza, è quanto è emerso dall’incontro tenutosi questa mattina, fra Assessore al Lavoro, Sindaco, dirigenti di Teleperformance e Rappresentanze sindacali.
Da sottolineare la posizione assolutamente diversa rispetto alle altre organizzazioni sindacali che abbiamo espresso come RdB-SI.G.LA., presente all’incontro con una nutrita rappresentanza di RSU, Lavoratori e Coordinatori provinciali e regionali.
Un dettaglio: anche questa volta, dopo una prima convocazione unitaria di tutte le sigle sindacali, i sindacati “confederali” si sono rifiutati di sedersi al tavolo con RdB la quale, a sua volta, non avendo nulla da nascondere, pur sottolineando la profonda scorrettezza e la miopia politico-sindacale di tale azione, visto che si stava discutendo di quasi mille licenziamenti di fronte alla massime cariche istituzionali della città, non ha avuto alcun problema a lasciare le porte aperte ai Delegati RSU delle altre sigle, i quali sono stati liberi di ascoltare quanto detto a Sindaco ed Azienda.
Come RdB/SI.G.LA., pur condividendo l’azione intrapresa dal Comune di Taranto, abbiamo comunque sottolineato di aver prontamente richiesto l’attivazione delle procedure di conciliazione presso la Prefettura di Taranto, predisponendo, sin da subito, un Dossier da presentare a tutti i Parlamentari ionici ed al Presidente della Regione Puglia, al fine di evitare che continuino nella nostra terra queste politiche imprenditoriali di stampo “mordi e fuggi”.
Ricordiamo che Teleperformance attinge a piene mani dai finanziamenti regionali per incentivare l’occupazione nella nostra regione e che ha perpetrato, per lo meno negli ultimi anni, una politica contraddittoria in merito alla gestione del personale. Pur dichiarando crisi su crisi dal 2008, l’azienda ha continuato ad assumere sino allo scorso gennaio e, non contenta, ha continuato, sino a 10 giorni fa, a trasferire nella sede di Roma tutti coloro che non volevano accettare di variare, senza alcun incentivo remunerativo, il loro contratto da normalista a turnista 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per essere più concorrenziali e scongiurare la crisi, pur sapendo che anche sulla sede di Roma c’è un esubero di personale.
Abbiamo nuovamente ed ulteriormente chiesto di verificare tutti i bilanci e verificare non solo la quantità ma anche la qualità di questa crisi, soprattutto alla luce di un bonus di produzione ricevuto direttamente dal committente Enel per la qualità degli operatori tarantini, di una cifra elevatissima (si parla di 7 milioni di euro fino ad ora non smentiti dall’azienda) reinvestiti, a questo punto, non si sa come.
Come RdB-SI.G.LA. abbiamo inoltre informato, soli a farlo, le autorità istituzionali presenti circa i contenuti di un documento ufficiale divulgato dall’azienda nella sede tarantina, la quale individua tra le cause più pesanti di questa crisi l’alto tasso di assenteismo dei lavoratori, le troppe malattie e la scarsa qualità degli operatori tarantini. Dichiarazioni inizialmente negate dai rappresentanti dell’azienda e subito smentite da copia del suddetto comunicato consegnata direttamente nelle mani del primo cittadino. Far passare una “cattiva” gestione manageriale per incompetenza e inefficienza del personale tarantino, per quanto ci riguarda, è un atto assolutamente inqualificabile ed inaccettabile, soprattutto alla luce dei finanziamenti ricevuti dall’azienda per assumere questi “incompetenti lavativi tarantini”. E’ forse questa la considerazione che si ha dei lavoratori tarantini? Ci auguriamo decisamente di no.
Il nostro auspicio è quello che l’azienda accetti la proposta del Comune, fermo restando che noi continueremo per la nostra strada, mettendo in campo tutti gli strumenti di tutela per impedire che, ancora una volta, siano solo e sempre le lavoratrici e i lavoratori a pagare.
Segreteria Provinciale SI.G.LA - RdB Coordinamento Regionale RdB Puglia
PUGLIA - Federazione Regionale Rd