tirocinanti giustizia in lotta

Nazionale -

PRECARI: BLITZ DEI TIROCINANTI DELLA GIUSTIZIA ALLA SEDE NAZIONALE DEL PD PER CHIEDERE IMPEGNI PRECISI A SOSTEGNO DELLA VERTENZA

 

 

Circa 100 I tirocinanti  degli uffici giudiziari e dei tribunali del Lazio stanno manifestando alla sede nazionale del Partito Democratico, in largo del Nazareno a Roma, per chiedere impegni precisi da parte della Segreteria nazionale a sostegno della loro vertenza.

 

Il problema coinvolge circa 600 lavoratori cassaintegrati che da maggio 2010 svolgono le più svariate mansioni nei tribunali per far fronte alle endemiche carenze di organico.

 

I lavoratori chiedono che venga aperto un tavolo di confronto per trasformare la loro condizione in una forma di lavoro tutelato e dare l'avvio ad un percorso che porti ad un reale rapporto stabile e definito, tutelando delle professionalità che si sono dimostrate imprescindibili per garantire il servizio Giustizia. 

 

Da settimane in mobilitazione per ottenere risposte, sia dal governo regionale che nazionale, i tirocinanti hanno il pieno sostegno non solo dei Presidenti, giudici e magistrati dei tribunali, ma anche dei delegati sindacali della USB Giustizia e della USB Pubblico Impiego che porranno il problema anche al Tavolo sul Precariato istituito in Funzione Pubblica.

 

 

Tirocinanti giustizia in presidio al consiglio regionale

Oltre cento tirocinanti, impegnati negli uffici giudiziari e nei tribunali con un progetto della Regione Lazio  protestano  sotto la sede della Regione  per chiedere la convocazione di un tavolo politico/istituzionale tra Regione e Ministero della Giustizia.

A pochi giorni dalla fine del progetto, che ha visto utilizzati cassaintegrati e lavoratori in mobilità, nessuno degli attori istituzionali si è posto il problema di quale futuro attende questi lavoratori alla fine dei tirocini, pur avendo gli stessi dato in questi anni un indispensabile contributo al funzionamento degli uffici giudiziari, come pubblicamente riconosciuto dai Presidenti dei tribunali, dai magistrati, dai giudici e dal personale stabile dell'amministrazione giudiziaria.

'La Fornero si sbraccia a dire che il diritto al posto di lavoro non esiste e che tutti debbono essere disponibili ad essere flessibili, a cambiare lavoro: lo venga a dire a questi lavoratori che lo hanno fatto e ora si ritrovano con niente in mano' dichiara Carmela Bonvino dell'Unione Sindacale di Base che sostiene questa vertenza.

I precari in presidio alla Regione attendono conferme e riscontri dal Presidente della Commissione lavoro e dall'Assessore Zezza, che in questo momento sta ricevendo una loro delegazione, per costringere il Ministero a un confronto risolutivo volto alla continuita' dei progetti e alla loro conversione in concreta occupazione come naturale sbocco del percorso avviato da ormai due anni.

Roma 28.06.2012

                                           Unione Sindacale Italiana

 

 

USB e' al fianco di questi lavoratori e ne sosterrà la lotta in piazza e con i nostri delegati in tutti i posti di lavoro.  Bisogna rilanciare anche una lotta unitaria di tutte le realtà di precariato 'in dismissione' per contrastare efficacemente i progetti generali di taglio dei servizi e di controriforma e difendere e ottenere così lavoro e reddito per ognuno e per tutti i precari e ex ....USB invita tutti i lavoratori precari ed ex-precari ad aderire allo sciopero del 22 Giugno per  dire no alle politiche del Governo Monti che, passando a cascata in tutti i settori, stanno portando all'espulsione definitiva dal mondo del lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori precari e cassintegrati.

 

 

 

 

Ieri: Magliette nere, croci e una bara. E' stato celebrato così il 'funerale della giustizia', il flash mob di protesta che questa mattina poco dopo le 10 tirocinanti ex cassintegrati e in mobilita' dell'Unione precari giustizia, hanno messo in atto sotto le finestre del ministero a via Arenula.
La protesta nasce per sensibilizzare sui  circa 600 i lavoratori cassaintegrati che "da maggio 2010, nel Lazio- spiega una nota- sono utilizzati per far fronte alle endemiche carenze di organico, inseriti a tutti gli effetti nel ciclo lavorativo, svolgendo le piu' svariate mansioni. E adesso chiedono da tempo alla Regione e al ministero delle risposte" sulla loro situazione.
Chiedono, nell'immediato, dice ancora il comunicato, "che venga aperto un tavolo di confronto, cosi' da trasformare l'esperienza acquisita in questi anni in una forma di lavoro tutelato da un contratto, e dare l'avvio ad un percorso che porti ad un reale rapporto piu' stabile e definito e a non disperdere queste professionalita' che si sono dimostrate preziosissime, imprescindibili per garantire il servizio per la giustizia.  Dallo scorso 4 giugno e' stato messo in atto un percorso di mobilitazione, con l'astensione delle attivita', e sono stati organizzati presidi e assemblee "per sollecitare le istituzioni e la politica ad assumersi responsabilita' oltre che nei loro riguardi anche nei riguardi di tanti cittadini che si rivolgono alla giustizia e non riescono ad avere risposte garanzia di diritti".
Il progetto che coinvolge i precari della giustizia, spiega infine la nota, e' stato sostenuto prima dalla Provincia di Roma e attualmente dalla Regione Lazio e si regge su rimborsi individuali minimi, spesso erogati in ritardo. Il coordinamento "segnala la scadenza, per una buona parte dei lavoratori, dell'ammortizzatore sociale (cassaintegrazione o mobilita') che finora ha garantito la parte preponderante del reddito".