Lsu, Lpu, Asu - Precari storici di prima generazione.

Roma -

La Corte Europea condanna l’Italia per infrazione alla Direttiva sul contratto a tempo determinato! Finalmente un primo spiraglio sul precariato in Italia …..si direbbe. Peccato che il nostro Paese continui a sfruttare negli enti locali delle regioni del centrosud e in Sicilia anche nei servizi appaltati alle cooperative, circa 20 mila lavoratori lsu, lpu e asu senza alcuno straccio di contratto di lavoro da metà degli anni ’90.

Le timide aperture per la contrattualizzazione a termine dei lsu e lpu per la Calabria, strappate a forza con 1 mese di sciopero, ma limitate a pochi con priorità per gli ultra 55enni su 5000 lsu/lpu, non sono sufficienti a scrivere la parola fine al precariato, senza la certezza di rifinanziamento strutturale per gli anni a venire e la definitiva assunzione per tutti.

In Campania la precedente amministrazione aveva approvato una legge regionale, finanziata, prontamente cancellata dall’attuale amministrazione di centro destra che non ha speso comunque i soldi destinati alle assunzioni dei lsu regionali, e la convenzione tra Regione e Ministero del Lavoro per la concessione di incentivi alle assunzioni a favore dei comuni, è stata disattesa quasi ovunque.

In Puglia, bloccata l’integrazione regionale, così in Basilicata e in Sicilia le integrazioni comunali considerate spese per il personale (pure se non ha un contratto di lavoro!) da ridurre annualmente, per imposizione di legge, limite invece non applicabile agli appalti e alle esternalizzazioni, per destinare soldi pubblici a favore delle privatizzazioni dei servizi e del profitto.

Nel Lazio, dopo la vergognosa pronuncia della Corte dei Conti, (mai intervenuta prima sul lavoro nero dei lsu), che ha ritenuto illegittimi i trasferimenti di risorse regionali, con annullamento di tutte le assunzioni del 2011 e 108 contratti a tempo indeterminato vigenti da oltre 3 anni, licenziamenti di massa e blocco degli stipendi, è stato riaperto il bacino per 860 lsu, ma oltre le retribuzioni pregresse non pagate, ad attese drammatiche per la liquidazione degli assegni asu, saranno attaccati ad un filo vista la straordinarietà della convenzione, fino a quando il Ministero del Lavoro non darà certezza del rifinanziamento per il 2015 e oltre la scadenza dell’attuale accordo con la Regione Lazio.

A più di un anno di distanza dalla legge 125 le liste regionali che impongono agli enti locali di attingere dalle graduatorie per assunzioni a tempo indeterminato, sono ancora un miraggio, così come i decreti interministeriali previsti dalla legge n.147/2013 per l’individuazione di risorse da destinare alle assunzioni lsu.

Inoltre, c’è grande preoccupazione per le proroghe, dopo la bocciatura del rifinanziamento di 100 milioni per Napoli e Palermo e il taglio di 16 milioni al fondo occupazione.

Una situazione generale davvero insostenibile, che obbliga ad una forte ripresa delle azioni di lotta, mai abbandonate da USB a livello regionale, da coagulate intorno ad una proposta più articolata con il Governo centrale, che ha accolto solo alcune delle richieste di USB con la legge 125/2013 e con la legge di stabilità 2014, insufficienti da sole a determinare il superamento del precariato storico dei lsu/lpu/asu perché non accompagnate da una deroga generalizzata al patto di stabilità, ai limiti di spesa e al turn over.

 

USB ha indetto una Manifestazione dei precari LSU, LPU e ASU per il giorno 17 dicembre con presidio presso la sede del Ministero del Lavoro a Roma in Via Fornovo dalle ore 10.00 con delegazioni delle regioni del Sud, per richiamare l’attenzione del Ministero e del Governo sul precariato storico per ottenere interventi legislativi e finanziari con la regolarizzazione della posizione lavorativa in termini contrattuali e previdenziali per i 20 mila del bacino nazionale e autofinanziati.

Roma, 5 dicembre 2014