a casa dopo tre mesi i lavoratori a tempo determinato

Bologna -

Comune di Bologna: Precari licenziati a fine marzo, rischio di paralisi per il Comune. Gli asili nido i servizi più a rischio. Assemblea venerdì per decidere come protestare.

5 febbraio 2008 - Adnkronos

BOLOGNA: RDB, 500 PRECARI IN COMUNE A RISCHIO LICENZIAMENTO
FABBIANI, NON POTRANNO ESSERE GARANTITI I SERVIZI COMUNALI

Bologna, 5 feb. - (Adnkronos) - Sono circa 500 i lavoratori precari del Comune di Bologna che rischiano il licenziamento. A denunciarlo le Rdb, ricordando che in una circolare diramata dall'amministrazione si chiarisce l'intenzione di «applicare rigidamente a legge finanziaria 2008 per quanto attiene i lavoratori a tempo determinato, prevedendo il limite di tre mesi di contratto per ogni lavoratore, senza possibilità di alcuna proroga (ad eccezione di chi ha il contratto scuola). Questo vuol dire che un contratto stipulato il primo gennaio 2008 scade inderogabilmente il 31 marzo, mentre i contratti stipulati nel 2007 alla loro scadenza non verranno rinnovati». Qualora venisse dato seguito all'annuncio daranno circa 500 i diretti interessati e questo «è di una enorme gravità - scrive Vilma Fabbiani delle Rdb - non solo per i lavoratori, ma anche per la tenuta stessa dei servizi comunali». In particolare Fabbiani fa riferimento «agli asili nido che riescono ad essere aperti grazie ai precari i quali alla scadenza dei contratti saranno semplicemente licenziati». «Non c'è che dire - afferma scarstica - il Governo Prodi e la Giunta Cofferati hanno mantenuto la promessa di eliminare il precariato. Peccato che invece di assumerli in pianta stabile li licenzino. Da parte nostra - assicura Fabbiani infine - continuiamo la lotta contro queste scelte, per l'assunzione del precariato presente ancora massicciamente nel Comune di Bologna e senza escludere il ricorso allo sciopero». Venerdì alle 15,30 alla sala di Via San Felice è indetta l'assemblea dei precari del Comune di Bologna dove verranno decisi le forme e i tempi della mobilitazione.

 Bologna - Di Rete Precaria, nata nel 2006, non c'è più traccia. Un anno fa i precari della cultura si riunirono in Cappella Farnese per spiegare le loro ragioni. E raccontarono di condizioni demotivanti e ingiuste, di invisibilità, di solitudine; di scelte politiche mancanti o discutibili. Oggi se la Rete si è sfilacciata non è perchè le condizioni dei precari sono cambiate. Semmai proprio per il contrario: incontrarsi, una volta al mese, almeno, voleva dire contare le perdite e ripetere ad libitum problemi senza alcuna soluzione. Ne parliamo perchè la Legge Finanziaria 2008 provocherà a marzo un ulteriore taglio del personale precario. E quello che doveva essere un aut aut positivo, mettendo cioè i datori di lavoro alle strette (basta con i contratti a tempo determinato, ora o si licenzia o si assume) diventa - soprattutto nella pubblica amministrazione - una sentenza di condanna. Lo denunciano le rappresentanze sindacali di base con un documento firmato da Vilma Fabbiani. La quale dà appuntamento all'8 febbraio alle 15.30, nella sede dell'RdB di via san Felice per un'assemblea dei precari del Comune in modo da stabilire forme e modalità di una mobilitazione. In base infatti a ciò che viene imposto dalla Legge Finanziaria non ci sarà alcuna proroga al limite di tre mesi per coloro che sono stati assunti il primo gennaio scorso. Eccezion fatta per chi vanta un contrattoscuola. Nell'ambito sindacale c'è chi interpreta la questione senza addossare responsabilità all'Amministrazione comunale, sottolineando che un accordo unitario sindacale con il Comune stesso per la stabilizzazione di buona parte dei contratti di collaborazione è stato comunque raggiunto. Se il documento Rdb fa riferimento a circa 500 lavoratori precari comunali che il 31 marzo si troveranno senza un lavoro, c'è chi ritiene che alla fine - proprio in base alla stabilizzazione appena citata - il problema riguarderà poco più di 200 dipendenti con contratto a tempo determinato. La caduta del Governo, e quindi l'impossibilità di ricorrere a decreti attuativi, ha determinato la situazione delicata più della stessa volontà dell'Amministrazione. Resta un punto interrogativo che riguarda la tenuta dei servizi comunali laddove i dipendenti comunali con contratto a tempo sono strategici se non indispensabili. «Per esempio nei nidi» sottolinea la nota della Fabbiani «che restano aperti grazie ai precari che a scadenza saranno licenziati».

I dati
Francesco, 37 anni
«Ho famiglia, un'età, ma sono giovane». Un precario della cultura percepisce 770 euro per 34 ore, o 900 euro al mese se se ne lavorano 40.
Sono 256mila in tutto
La cifra aggiornata al 2007 dei lavoratori precari in Emilia Romagna. Era nata una Rete: esperimento chiuso perchè «troppo sotto traccia».